Worship service 24.03.2019

 

Il potere del servizio

Apostolo Enzo Incontro

Servire Dio è un grande privilegio per tutti I Suoi figli ed è una meravigliosa opportunità, non è qualcosa che si deve adempiere in modo forzato.

Isaia 1.19 “Se siete disposti ad ascoltare mangerete i frutti migliori del paese”

Il “SE” siete disposti ci fa comprendere che non è un obbligo ma è un’opportunità che Dio ci dà.

Matteo 20:28 “appunto come il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti”

Cosa significa il termine “Appunto”… “come”? È un’applicazione pratica che Gesù ci dà: come Lui è venuto sulla terra per servire gli altri e non per essere servito, così dobbiamo fare anche noi.

Nella nostra cultura, il pensiero generale è che chi serve sia una persona debole ma la Scrittura non insegna questo. Purtroppo anche credenti, a volte, vengono influenzati da questo pensiero, per questo nella Parola troviamo che Gesù disse “guardatevi dai lieviti” (Matteo 16) e si riferiva alle influenze che si possono ricevere esternamente ed esse possono essere di diversa natura.

Il nemico è riuscito a confondere le idee ed a portare un disordine tale da escludere che l’umiltà sia una virtù, quando la più grande virtù che si possa avere per attingere dalle risorse del cielo è appunto l’umiltà.

Il Padre cerca coloro a cui può destinare la Sua benedizione e una delle condizioni necessarie per essere benedetti è imparare a servire.

Allora se “il figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire” quanto più noi dobbiamo servire?

Non sarà forse che ci definiamo migliori di Lui? Forse pensiamo che dato che Lui ha già servito, noi siamo liberi di non farlo.

C’è differenza tra un credente ed un discepolo:

-Il credente è uno che sa delle cose e crede in esse. L’essere credente in sè non porta dei risultati, nella Parola di Dio c’è scritto infatti che anche i demoni credono ma tremano.

-Il discepolo è colui che segue Cristo e che decide di smettere di essere servito per cominciare a servire.

La chiesa “del rimanente” è fatta di servitori. Servire è un’opportunità per questo non bisogna lamentarsi di ciò che si svolge per il regno di Dio.

C’è differenza tra andare in chiesa ed essere chiesa, la chiesa non è l’edificio in sè ma l’insieme di tutti coloro che ne fanno parte. La chiesa deve essere composta da tanti discepoli pronti e disposti a servire Dio e la chiesa.

Gesù disse di non fare credenti ma discepoli perchè i discepoli cambiano la storia.

Chi non conosce Dio afferma che chi serve è una persona debole e chi è umile è uno disposto a farsi calpestare ma Gesù quando è venuto sulla terra ha manifestato una grande umiltà nel servire.

Dio ci esorta a vivere con umiltà e non con orgoglio perchè nell’umiltà risiede una grande forza.

Il nemico cerca di distorcere il concetto del servizio infatti la maggior parte delle persone pensa che chi ricopre ruoli maggiori deve essere servito ma non è così, per esempio il padre, anche se è il capo famiglia, serve l’intera famiglia andando a lavorare per consentire così un buon tenore di vita a tutti
i componenti.

Giovanni 13:12“Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro:

«Capite quello che ho fatto per voi?…”

Il contesto di questo episodio della Scrittura è la notte in cui Gesù sarebbe stato tradito.

• il momento in cui Gesù decide di spogliarsi delle Sue vesti di Maestro e di lavare i piedi ai Suoi discepoli (sappiamo che tutte che le strade non erano né asfaltate né tanto meno pulite).

Fino alla fine ci fu uno di loro, Pietro, che si rifiutò di farsi lavare i piedi da Lui, ma la risposta di Gesù fu: “Se non ti lavo, non avrai comunione con me”. Allora Pietro cambiò idea ma non fu costretto da Gesù.

“Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti” ricordiamoci che Gesù è sempre il Signore. “sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi?…”

La domanda è proprio questa: comprendiamo ciò che Lui ha fatto? In queste parole c’è l’essenza stessa della Sua dimensione e della nostra funzione.

Giovanni 13:13-17 “Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.”

Il termine “beato” significa felice a tal punto da essere invidiato.

Il maggiore per Dio non è il maggiore tra gli uomini. Chi vuole essere maggiore non deve neanche pensare di essere maggiore, perchè lo diventa senza neanche pensarci. Per essere maggiore, dobbiamo servire. Servire è da Signori. Servire è da capo.

Giosuè 24:15“Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore”.

Dio ci sta mettendo di fronte ad una scelta: decidere di essere come Lui desidera quindi dei discepoli pronti a servire oppure scegliere di sopravvivere come dei credenti.

Scegliete oggi chi volete servire.

Il nemico spesso confonde i credenti perche essi non hanno piena consapevolezza della loro identità come figli di Dio. Lo scopo del nemico è quello di sottrarci la nostra visione e missione.

Il problema dell’identità viene risolto dal momento in cui recuperiamo la nostra vera identità che di figli di Dio.

La confusione, in qualsiasi campo, viene spazzata via quando comprendiamo chi siamo e qual è la nostra funzione.

In Giovanni 13 leggiamo proprio questo, Gesù “sapendo chi era e dove andava” ,

Quando sapremo chi siamo e qual è il nostro scopo allora avremo risolto i problemi di conflitto.

Non è un’emozione, non dobbiamo fare l’errore di cercare delle emozioni per avere conferme nella fede. La fede è decisione per questo dobbiamo scegliere di credere indipendentemente dalle emozioni. Questo significa che con la fede possiamo regolare le emozioni e non viceversa.
Ritornando a Giosuè, lui fa una così forte affermazione alla conclusione della sua missione. Perchè?

Perchè non è un obbligo! È una decisione, una scelta. Servire l’Eterno è una scelta. E quando prenderemo questa decisione, saremo finalmente felici, ci sentiremo nel posto giusto al momento giusto.

Non dobbiamo credere che sia impossibile fare la volontà del Padre, perchè Gesù, il figlio di Dio, ha messo in secondo piano il fatto di essere Dio per mostrarci come da uomini la missione è possibile.

Gesù è l’esempio perfetto di come per mezzo dell’ubbidienza alla volontà del Padre si possa manifestare il regno di Dio e la Sua Gloria, “…non chi dice Signore Signore, ma chi fa la volontà del Padre mio…”

L’apostolo Paolo disse “Non conformatevi a questo mondo” perchè sappiamo che noi non abbiamo una dimora stabile sulla terra, ne abbiamo una eterna che stiamo aspettando. Dobbiamo uscire fuori da ogni omologazione che la società di oggi ci impone ed afferrare pienamente l’identità di figli di Dio con la consapevolezza che stiamo vivendo un tempo che è nulla in confronto all’eternità ma è determinante per la nostra eternità.

Dio rivela le Sue vie a coloro che sono disposti ad ascoltare e ad ubbidire la Sua voce, così come Mosè, al quale Dio mostrò i Suoi piani e la Sua volontà.

Noi siamo chiamati a vegliare e vigilare sui tempi che stiamo vivendo lasciandoci guidare da Dio affinchè Egli possa preservarci dagli attacchi del nemico.

Conformarci a Cristo è una decisione personale che ognuno deve prendere senza lasciarsi ostacolare da qualsiasi pensiero distorto o delusione che ha incontrato lungo il proprio cammino.

Gesù ha lasciato la gloria del cielo non per venire a fondare una religione ma per trasmettere dentro ognuno di noi la Sua identità, un’identità di figli.

La scelta di servirlo è una decisione totale, così come è scritto in

Matteo 6:24“Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e

disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona”.

Il credente si ferma alla semplice esperienza della salvezza e al credere che la Parola di Dio è verità ma non permette a quella verità di trasformare il suo cuore e diventare decisione di discepolato, una decisione che cambia la qualità della vita sulla terra.

Una domanda che dobbiamo porci è: chi è il mio Dio?

Quando non abbiamo chiarezza di chi siamo e di chi stiamo servendo, permettiamo agli affanni della vita di ingannarci e determinare il nostro destino.

Marco 4:19“ma poi si lasciano prendere dalle preoccupazioni di questo mondo, dai piaceri della ricchezza e da tante altre passioni: esse soffocano la parola di Dio, e così essa rimane senza frutto.”

In marco 4 (quando Gesù venne tentato da Satana), il Signore ci da le chiavi per affrontare il nemico e le circostanze attraverso l’adorazione ed il servizio a Dio. Quando noi decidiamo di servire Dio e prendiamo consapevolezza del fatto che siamo suoi figli, il cielo viene in nostro soccorso.

Infine la storia di Rut e Naomi ci insegna come le nostre scelte influenzano la nostra vita e quella degli altri e come una scelta può determinare il destino di una nazione.

L’ubbidienza e la fedeltà di Rut ci mostrano tre patti di servizio:

-servire Dio e quindi il Regno

-servire gli altri
-servire la nazione

Rut ha fatto un patto triplice (che è quello che dobbiamo fare noi) senza aver prima fatto calcoli di convenienza e non è stata costretta da nessuno. Il suo servizio portò benedizione nella sua nazione, ciò significa che quando saremo disposti a servire, il Signore ci benedirà.

La sua ubbidienza le ha permesso di entrare nella linea di sangue del Messia e senza questa sua decisione, il re Davide non ci sarebbe stato e di conseguenza neanche il Messia.

Senza ubbidienza e senza servizio non c’è benedizione.

Impariamo quindi da Gesù ad essere umili ed a servire gli altri perchè ciò porterà grande benedizione nella nostra vita.