Worship service 12.04.2020

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HAI UN POSTO IN PIU’ A CASA TUA? 4 parte

CONVOCATI AD ADORARE

Pastore Evangelista Heros Ingargiola

Esodo 2.23 Durante quel tempo, che fu lungo, il re d’Egitto morì. I figli d’Israele gemevano a causa della schiavitù e alzavano delle grida; e le grida che la schiavitù strappava loro salirono a Dio. 24 Dio udì i loro gemiti. Dio si ricordò del suo patto con Abraamo, con Isacco e con Giacobbe. 25 Dio vide i figli d’Israele e ne ebbe compassione.

L’adorazione ha un significato molto profondo, molti pensano che l’adorazione sia cantare o suonare ma questa è solo una delle manifestazioni infatti l’adorazione non è un’espressione esteriore ma interiore. Il termine adorazione significa piegarsi. Durante la schiavitù d’Egitto, i figli d’Israele erano stanchi di subire e di essere maltrattati da un tempo così lungo ma adoravano Dio. Questo ci fa comprendere che anche se stiamo soffrendo da un lungo periodo, dobbiamo adorare Dio e così come ha fatto con il popolo d’Israele, Lui ascolterà i nostri gemiti e toccherà in modo soprannaturale le nostre vite. La sofferenza ha un tempo di scadenza perché Dio si ricorda del patto che ha fatto in Cristo ed avrà compassione cioè Dio agirà ed opererà in nostro favore.

Dobbiamo portare i nostri gemiti a Dio non lamentandoci ma adorando perché Lui ha sempre una risposta ad ogni nostra necessità.

L’adorazione anticipa la restituzione. Adorare significa stare ai piedi del Signore, non importa quanto ci stanno piegando o opprimendo ma è arrivato il tempo di ritornare ai suoi piedi e fare uscire dal nostro cuore tutto quello che proviamo per Lui.

L’adorazione apre la porta del soprannaturale. Quando le risorse naturale finiscono, nel soprannaturale iniziano e Dio ci dona dalle risorse del cielo, dandoci tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Nell’episodio delle nozze di Cana, nel naturale il vino era terminato ma Gesù intervenne in modo soprannaturale trasformando l’acqua in vino.

Marco 5.22, 33 Ecco venire uno dei capi della sinagoga, chiamato Iairo, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi. 33 Ma la donna paurosa e tremante, ben sapendo quello che era avvenuto in lei, venne, gli si gettò ai piedi e gli disse tutta la verità.

Siamo convocati ad adorare e quando facciamo questo permettiamo alla dimensione del soprannaturale di manifestarsi. La donna dopo dodici anni di sofferenza, aveva speso tutti i suoi averi, aveva perso la speranza e non vedeva più una via d’uscita proprio come il popolo d’Israele ma anche lei come il popolo si piegò ed adorò il Signore.

L’adorazione apre le porte del trono della grazia per potere ricevere miracoli.

Salmo 118.26 Benedetto colui che viene nel nome del SIGNORE. Noi vi benediciamo dalla casa del SIGNORE.

Analizziamo 4 punti importanti dell’adorazione alla luce del verso sopra citato:

  1. Offrire al Re il benvenuto. Diamo il benvenuto al Signore nel nostro cuore, nelle nostre case. Lui è il Re della gloria e tutti un giorno lo vedranno. Che tutti possano dargli il benvenuto perché non c’è nessuno come Lui.
  2. Offrire la lode al Re. Innalziamo e glorifichiamo il nome del Signore, benediciamolo con la nostra lode. Il Re che entra per le porte è Jeshua.
  3. Offrire a Lui perché è il Re eterno. Gesù non è nato ma è sempre esistito, Lui è eterno, Lui è il principio e la fine, l’alfa e l’omega.
  4. Offrire a Lui con tutto ciò che siamo e con gioia. Non offriamo a Lui con tristezza ma con gioia perché Lui sta ritornando per rapire la Sua amata chiesa, la Sua sposa.

Salmo 45.1- 2 Mi ferve in cuore una parola soave; io dico: «L’opera mia è per il re; la mia lingua sarà come la penna di un abile scrittore». 2 Tu sei bello, più bello di tutti i figli degli uomini; le tue parole sono piene di grazia; perciò Dio ti ha benedetto in eterno.

Gesù è degno di essere esaltato ed apprezzato. La chiesa deve ammirarlo ed aspettarlo come una sposa innamorata, non possiamo aspettarlo in silenzio ma  dal cuore devono uscire parole di amore.

Cosa produce l’adorazione?

  • L’adorazione produce rivelazione. Quando adoriamo il nostro Signore, Lui ci rivela il Suo splendore. La rivelazione è avere la luce sui misteri di Dio.

Ebrei 12.2 fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio.

In questo verso possiamo notare la massima espressione dell’amore; mentre Gesù stava adorando sulla croce, dando la Sua vita, Dio aprì i Suoi occhi e gli fece vedere la gioia della salvezza eterna.

  • L’adorazione ci permette di ricevere nuove forze e ottenere vittorie.

I Samuele 30.1-8 1 Tre giorni dopo, quando Davide e la sua gente furono giunti a Siclag, ecco che gli Amalechiti avevano fatto una scorreria verso la regione meridionale e verso Siclag; avevano preso Siclag e l’avevano incendiata; 2 avevano fatto prigionieri le donne e tutti quelli che vi si trovavano, piccoli e grandi; non avevano ucciso nessuno, ma avevano portato via tutti e se n’erano tornati da dove erano venuti. 3 Quando Davide e la sua gente giunsero alla città, essa era distrutta dal fuoco e le loro mogli, i loro figli e le loro figlie erano stati condotti via prigionieri. 4 Allora Davide e tutti quelli che erano con lui alzarono la voce e piansero, finché non ebbero più forza di piangere. 5 Le due mogli di Davide, Ainoam di Izreel e Abigail di Carmel, che era stata moglie di Nabal, erano anche loro prigioniere.
6 Davide fu grandemente angosciato: la gente parlava di lapidarlo, perché tutti erano amareggiati a motivo dei loro figli e delle loro figlie; ma Davide si fortificò nel SIGNORE, nel suo Dio. 7 Davide disse al sacerdote Abiatar, figlio di Aimelec: «Ti prego, portami qua l’efod». Abiatar portò l’efod a Davide. 8 E Davide consultò il SIGNORE, dicendo: «Devo inseguire questa banda di predoni? La raggiungerò?» Il SIGNORE rispose: «Inseguila, poiché certamente la raggiungerai e potrai ricuperare ogni cosa».

Davide si allontanò dal popolo, si mise un efod che è figura dell’adorazione e dell’unzione che c’è nell’adorazione, e si mise ad adorare. Quando ci sentiamo senza forze proprio come Davide, dobbiamo cercare Dio e prostraci davanti a Lui. C’è differenza tra piangere per angoscia e piangere davanti a Dio, infatti vediamo che Davide pianse insieme al popolo ma soltanto Davide pianse davanti a Dio e l’adorò. Solo Dio può darci la soluzione e la vittoria. L’umiltà e l’adorazione ci fanno ottenere vittorie in ogni tempo!

  • L’adorazione produce restituzione.

Esodo 12.31-36  Egli chiamò Mosè ed Aaronne, di notte, e disse: «Alzatevi, partite di mezzo al mio popolo, voi e i figli d’Israele. Andate a servire il SIGNORE, come avete detto. 32 Prendete le vostre greggi e i vostri armenti, come avete detto; andatevene, e benedite anche me!» 33 Gli Egiziani fecero pressione sul popolo per affrettare la sua partenza dal paese, perché dicevano: «Qui moriamo tutti!» 34 Il popolo portò via la sua pasta prima che fosse lievitata; avvolse le sue madie nei suoi vestiti e se le mise sulle spalle. 35 I figli d’Israele fecero come aveva detto Mosè: domandarono agli Egiziani oggetti d’argento, oggetti d’oro e vestiti; 36 il SIGNORE fece in modo che il popolo ottenesse il favore degli Egiziani, i quali gli diedero quanto domandava. Così spogliarono gli Egiziani.

Gli egiziani restituirono al popolo la libertà. Dio vuole portarci in un territorio di libertà. Gli egiziani restituirono al popolo la dignità. Il popolo aveva vissuto 430 anni in schiavitù. Dio vuole restituirci la dignità di figli. Gli egiziani restituirono al popolo le ricchezze. Dio vuole renderci prosperi ed abbondanti per prosperare in ogni tempo.

Era iniziato per il popolo d’Israele un nuovo tempo e si misero in marcia per un nuovo cammino. Non importa quello che abbiamo vissuto nel passato ma quando iniziamo ad adorare Dio, arriverà qualcosa di nuovo perché Lui aprirà i nostri occhi per farci vedere cosa ha preparato, Lui aprirà per noi una via e godremo del Suo favore perché siamo i suoi figli amati, i suoi eredi.

L’adorazione produce restituzione e la restituzione anticipa l’eredità ed il risveglio.

II Re 8.1-6  Eliseo aveva detto alla donna di cui aveva risuscitato il figlio: «Àlzati; va’, tu con la tua famiglia, e soggiorna all’estero, dove potrai; perché il SIGNORE ha chiamato la carestia, ed essa verrà nel paese per sette anni». 2 La donna si alzò, e fece come le aveva detto l’uomo di Dio; se ne andò con la sua famiglia, e soggiornò per sette anni, nel paese dei Filistei. 3 Finiti i sette anni, quella donna tornò dal paese dei Filistei, e andò dal re a reclamare la sua casa e le sue terre. 4 Allora il re discorreva con Gheazi, servo dell’uomo di Dio, e gli diceva: «Ti prego, raccontami tutte le cose grandi che Eliseo ha fatte». 5 E mentre appunto Gheazi raccontava al re come Eliseo aveva risuscitato il morto, ecco che la donna, di cui era stato risuscitato il figlio, venne dal re a reclamare la sua casa e le sue terre. E Gheazi disse: «O re, mio signore, questa è quella donna, e questo è suo figlio, che Eliseo ha risuscitato». 6 Il re interrogò la donna, che gli raccontò tutto; e il re le mise a disposizione un funzionario, al quale disse: «Falle restituire tutto quello che è suo, e tutte le rendite delle terre, dal giorno in cui lasciò il paese, fino a ora».

La donna ubbidì ed ebbe un meraviglioso miracolo di restituzione. La donna era uscita d’Israele e si era messa da parte, proprio come la situazione che oggi stiamo vivendo. Quella donna camminò per fede sulla parola che il profeta gli diede ed alla fine della carestia lei andò a reclamare la casa e le sue terre. Nella terra c’è una carestia ma è certo che nel cielo non c’è perché le risorse del cielo non subiscono crisi né carestie. Quindi andiamo davanti a Dio per reclamare la restituzione dei nostri beni e la nostra parte di eredità, Lui ce la consegnerà. Non poggiamo il nostro cuore sulle ricchezze terrene perché queste un giorno finiranno ma quelle del cielo sono eterne. Dio è l’onnipotente cioè colui che ci sostiene sin dalla nascita, Lui ha tutto quello di cui abbiamo bisogno.

Analizziamo la storia di Mefiboset , un altro uomo a cui era stato rubato tutto.

II Samuele 9.6-13 E Mefiboset, figlio di Gionatan, figlio di Saul, andò da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò davanti a lui. Davide disse: «Mefiboset!» Egli rispose: «Ecco il tuo servo!» 7 Davide gli disse: «Non temere, perché io non mancherò di trattarti con bontà per amore di Gionatan tuo padre, ti restituirò tutte le terre di Saul tuo nonno e tu mangerai sempre alla mia mensa». 8 Mefiboset s’inchinò profondamente e disse: «Che cos’è il tuo servo, perché tu ti degni di guardare un cane morto come sono io?»
9 Allora il re chiamò Siba, servo di Saul, e gli disse: «Tutto quello che apparteneva a Saul e a tutta la sua casa io lo do al figlio del tuo signore. 10 Tu dunque, con i tuoi figli e con i tuoi servi, coltiverai per lui le terre e gli porterai il raccolto, perché il figlio del tuo signore abbia pane da mangiare; Mefiboset, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia mensa». Siba aveva quindici figli e venti servi. 11 Siba disse al re: «Il tuo servo farà tutto quello che il re mio signore ordina al suo servo». Mefiboset mangiò alla mensa di Davide come uno dei figli del re. 12 Mefiboset aveva un figlioletto chiamato Mica; tutti quelli che stavano in casa di Siba erano servi di Mefiboset. 13 Mefiboset abitava a Gerusalemme perché mangiava sempre alla mensa del re. Era zoppo da entrambi i piedi.

Davide aveva un cuore speciale, era un adoratore e mantenne anche il patto che aveva fatto, usò la misericordia di Dio e gli fece restituire tutti i beni che possedeva come erede di Gionatan. Quando onoriamo Dio, Lui ci onora. Mefiboset era zoppo e questo in modo figurato ci fa comprendere che noi non andremo alla mensa del Re con le nostre abilità o forze ma con la Sua grazia. Dio si ricorderà del patto che ha fatto e ci farà essere la testa e non la coda, ci farà regnare.

La restituzione riporterà i nostri sogni alla vita. Tutti i sogni che sono stati rubati, divorati, calpestati, Dio gli farà riprendere vita.

Gioele 2.24-25 24 Le aie saranno piene di grano, i tini traboccheranno di vino e d’olio.
25 «Vi compenserò delle annate divorate dal grillo, dalla cavalletta, dalla locusta e dal bruco, il grande esercito che avevo mandato contro di voi.  Mangerete a sazietà e loderete il nome del SIGNORE, vostro Dio, che avrà operato per voi meraviglie, e il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna. 27 Conoscerete che io sono in mezzo a Israele, che io sono il SIGNORE, vostro Dio, e non ce n’è nessun altro; e il mio popolo non sarà mai più coperto di vergogna.28 «Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona: i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni. 29 Anche sui servi e sulle serve,
spargerò in quei giorni il mio Spirito.

Ecclesiaste 12.5 prima dell’età in cui i guardiani della casa tremano, gli uomini forti si curvano, le macinatrici si fermano perché sono ridotte a poche, quelli che guardano dalle finestre si oscurano,

Gli animali citati in questi versi sono simbolo di tenebre ed oscurità.

Le cavallette producono una nuvola spessa. Questa fu la penultima piaga e divorarono il raccolto, la semina, i sogni.  Il grillo rappresenta lo spirito della tradizione.  La locusta rappresenta l’occultismo, la magia, la stregoneria. Il bruco rappresenta lo spirito religioso.

Dio distruggerà ogni cavalletta, ogni grillo, ogni locusta ed ogni bruco e riporterà alla vita i nostri sogni perché lo Spirito del Signore porta vita.

Giovanni 12.24 In verità, in verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto.

Gesù è venuto sulla terra ed ha dato la Sua vita per restituirci tutto quello che il nemico ci ha rubato, ridandoci l’immagine del cielo, la dignità di figli ed un nuovo cammino in novità di vita.

Romani 5.17-19  Infatti, se per la trasgressione di uno solo la morte ha regnato a causa di quell’uno, tanto più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell’uno che è Gesù Cristo. 18 Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini. 19 Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno solo, i molti saranno costituiti giusti.

Non guardiamo a ciò che abbiamo vissuto nel passato o stiamo vivendo nel presente ma ritorniamo ad adorare Dio con tutto il nostro cuore perché Lui ascolterà il nostro grido e ci darà nuove forze, godremo delle risorse del cielo, ci sarà restituito ogni cosa che il nemico ha rubato ed entreremo nella dimensione del soprannaturale. Adoriamo ed esaltiamo il nostro Signore perché Lui è degno di ricevere tutta la gloria e tutto l’onore!