LA STAGIONE DELL’ONORE 2 parte
Pastore Evangelista Heros Ingargiola
L’informazione porta cambiamento nella nostra mente ma la rivelazione della Parola porta cambiamento nel nostro cuore.
Giovanni 6.66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
È tempo di risveglio e di restaurare la cultura del regno e uno dei suoi principi fondamentali è proprio la cultura dell’onore; se onoriamo Dio allora anche Lui ci onorerà. Tantissime persone circondavano Gesù, il Suo parlare era sempre vero e schietto ma molti invece consideravano il suo parlare molto duro e per questo si allontanavano da Lui, proprio come leggiamo nel verso di Giovanni. Gesù è grazia ma questo non ci abilita a fare ciò che vogliamo, la nostra vita deve onorare Lui in ogni cosa per questo dobbiamo imparare a sottomettere il nostro “io”, la nostra carne.
Giovanni 15.16 Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia.
Il mandato di Gesù è salvare il peccatore dal peccato, condurlo così all’esperienza della nuova nascita e farlo diventare un discepolo. Dio infatti desidera che la chiesa sia composta da discepoli e non da semplici credenti.
In questo verso Gesù sta parlando ai suoi discepoli, a coloro che Lui stesso aveva scelto. Ci sono diversi episodi nella Bibbia dove leggiamo infatti che è stato lui a chiamare quelli che sarebbero stati i suoi discepoli e gli diceva di lasciare tutto per seguirlo. Dobbiamo comprendere un aspetto fondamentale: non siamo stati noi a scegliere Gesù ma Lui che ha scelto noi. Dio ci ha scelti sin dalla fondazione del mondo, Lui conosce ogni cosa di noi ancora prima che noi nascessimo, ci ha scelti ed anche costituiti. Mentre la folla o i credenti ricevono soltanto qualcosa da Gesù, i discepoli invece sono costituiti cioè formati, preparati, equipaggiati per portare frutto costante e permanente. Qual è il frutto che dobbiamo portare? Il frutto riguarda le opere che Gesù ha stabilito per ognuno di noi affinchè le compiamo.
Efesini 2.10 infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo.
Tutti possiamo compiere opere umane ma le buone opere sono quelle che discendono dal cielo. Ognuno di noi deve quindi rispondere all’invito di Gesù per compiere le opere che Lui ha preparato. In questo verso leggiamo che noi siamo “opera sua” dall’originale significa che siamo il poema di Dio, il suo capolavoro ciò ci fa comprendere che abbiamo un grande valore. Molti investono la loro vita in cose naturali, effimere e che avranno una fine ma noi come discepoli di Gesù dobbiamo investire la nostra vita nell’unico regno che non avrà mai fine. Noi siamo sempre stati nei pensieri di Dio e Lui ha stabilito il momento della nostra nascita, in un momento specifico della storia affinchè Lui ci equipaggiasse per portare frutto eterno, cioè la salvezza delle anime.
La religione non ha mai dato la giusta rivelazione di chi è Dio e così gli uomini si sono sempre più allontanati da Dio e la loro anima è diventata preda del dolore, dell’angoscia, della disperazione ma la buona notizia è che Gesù ha pagato dando la sua vita sulla croce affinchè si potesse restaurare la relazione con Dio. Chiunque decide di aprire il proprio cuore a Dio potrà vedere un cambiamento radicale nella propria vita, tutto diventerà nuovo insieme a Lui. Le persone cercano risposte ai loro problemi ma solo Gesù ha la soluzione a tutti i problemi perché Lui è la soluzione, per questo dobbiamo testimoniare di Gesù e fare conoscere il vero Dio, con il quale avere una vera relazione.
La chiesa deve essere il portatore sano dell’amore di Dio, della Sua pace, della guarigione e solo chi ha conosciuto veramente Dio potrà allora presentarlo ad altri.
II Pietro 1.16 Infatti non vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signor nostro Gesù Cristo, non andando dietro a favole abilmente escogitate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà.
I discepoli parlano e testimoniano di Gesù perché lo hanno conosciuto, perché hanno fatto un’esperienza reale. La società ha bisogno di conoscere il vero Dio perché solo Lui è in grado di cambiare, la vita, la condotta e l’eternità di ogni persona. La chiesa ha quindi la chiave per dare soluzioni a questa società presentando un Gesù vero, reale e che desidera stare vicino alle persone prendendosi cura di loro.
I Giovanni 5.20 Sappiamo pure che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato intelligenza per conoscere colui che è il Vero; e noi siamo in colui che è il Vero, cioè, nel suo Figlio Gesù Cristo. Egli è il vero Dio e la vita eterna.
Non possiamo arrivare a Gesù e conoscerlo in modo naturale, Lui ci ha dato un’intelligenza soprannaturale per conoscerlo. Il problema delle cose non è nei cieli perché lì è tutto perfetto ma il problema è sulla terra per questo abbiamo bisogno di umiliarci e riconoscere il nostro bisogno di Gesù.
Luce 6.45 L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira fuori il bene, e l’uomo malvagio dal malvagio tesoro del suo cuore tira fuori il male; perché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca.
Cosa c’è nel nostro cuore? Togliamo dal nostro cuore ogni forma di orgoglio, d’indipendenza che ci vuole fare credere che da soli possiamo fare tutto. Dal nostro modo di parlare possiamo intendere cosa c’è nel nostro cuore. Dobbiamo svuotarci del cattivo tesoro e prendere il buon tesoro che è Cristo per traferirlo agli altri. Se il nostro cuore è pieno di Cristo, della Sua Parola allora anche dalla nostra bocca uscirà Parola per portare del bene. È fondamentale stare con la Parola di Dio, conoscerla, meditarla e stare alla presenza di Dio. Poniamoci una domanda: chi è seduto nel trono del nostro cuore? Cristo deve regnare in noi ed avere la priorità.
Dio vuole portarci da una posizione di disonore ad una posizione d’onore. Imparare a distaccarci dai problemi è fondamentale perché ciò permetterà a Dio di agire nella nostra vita. Il problema che stiamo affrontando deve essere solo l’occasione per crescere, migliore e vedere così un cambiamento in noi.
Daniele 1.8-9 Daniele prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva; e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi; 9 Dio fece trovare a Daniele grazia e compassione presso il capo degli eunuchi.
Quando prendiamo la decisione di essere discepoli di Cristo, sicuramente incontreremo difficoltà ed ostacoli ma ciò che è importante è imparare a distaccarsi dal problema ovvero: non parlare di quanto è grande il problema ma parlare al problema di quanto è grande il nostro Dio.
Nessuno dei saggi sapeva dare interpretazione dei sogni al re e solo alla fine giunsero a Daniele che non era considerato. Daniele disse al re che Dio gli avrebbe dato l’interpretazione; Dio usò una crisi per portare Daniele in una posizione d’onore, di favore, di promozione e così farà con ognuno di noi. E’ finito il tempo del disonore, della vergogna, Dio ci favorirà portandoci in posizione d’onore anche davanti agli uomini, proprio come avvenne con Daniele. Dio userà le prove che stiamo affrontando per trasformare la vergogna e il disonore in onore e grazia. Ricordiamoci che Dio può usare i vasi rotti per la Sua gloria, lasciamoci trasformare.
Marco 14.3 Gesù era a Betania, in casa di Simone il lebbroso; mentre egli era a tavola entrò una donna che aveva un vaso di alabastro pieno d’olio profumato, di nardo puro, di gran valore; rotto l’alabastro, gli versò l’olio sul capo.
Questa donna era una peccatrice, la sua etichetta era conosciuta per tutto il paese. Gesù entrò in casa di Simone e si mise a tavola con lui, questo è sinonimo di comunione, di intimità( per gli ebrei partecipare ad una cena significa avere comunione con quella persona). Gesù infatti bussa alla porta del nostro cuore per avere comunione, intimità e dimorare in noi. Simone era un lebbroso e per gli ebrei i lebbrosi erano persone punite dal peccato ma Gesù gli diede un’opportunità per essere liberato dalla lebbra del peccato. Simone però non onorò Gesù, era un uomo arrogante, credeva di sapere più di Lui. Simone è figura dell’uomo religioso che crede di sapere di più di Dio e che può dire a Lui cosa fare e non il contrario. All’improvviso entra in quella casa una donna messa da parte della società ,piena di vergogna, impura e che quindi non poteva avvicinarsi ad un rabbi, non era stata nemmeno invitata ma entrò e Gesù le fece fare quello che Simone invece non aveva fatto. La donna rompendo l’alabastro metaforicamente ruppe la tradizione, il sistema perchè quell’alabastro era la sua dote matrimoniale, tutto ciò che lei aveva e che doveva presentare al matrimonio ma non pensò al valore che poteva avere perché lei voleva onorare il Maestro e questo gesto la resa famosa.
Cosa stiamo versando sul corpo di Gesù? Cosa diciamo della chiesa, del suo corpo? Dobbiamo onorare Gesù, la chiesa. Quella donna versò tutto l’olio sul capo ma tutto il corpo venne bagnato. Salmo 133È come olio profumato che, sparso sul capo,
scende sulla barba, sulla barba d’Aaronne, che scende fino all’orlo dei suoi vestiti.
Il gesto eccezionale di quella donna, fu anche un gesto profetico per la morte e il seppellimento di Gesù, infatti la cosa straordinaria è che quell’olio aveva una fragranza così profumata che permaneva sul corpo fino a sette giorni e se leggiamo nella Parola, da quell’incontro mancavano sei giorni al giorno di Pasqua. È arrivato il momento di preparare il corpo di Cristo per il suo ritorno, di togliere ogni risentimento, ogni amarezza, mancanza di perdono e versare amore, perdono e di compiere gesti onorevoli. Se sappiamo da cosa Dio ci ha tirato fuori, da cosa ci ha perdonato allora lo ameremo in modo profondo.
Dio desidera cambiare il percorso della nostra vita, gettiamo le maschere e iniziamo una relazione sincera con Lui. Ricordiamoci che siamo opera Sua, che Lui ci ha scelti e costituiti affinchè facciamo conoscere a questa società un Dio vero, reale che ha cambiato la nostra vita in meglio e può cambiare anche quella altrui cambiando il disonore e la vergogna in onore, grazia e favore. Studiamoci di onorare Dio e Lui onorerà noi.