L’UNZIONE TI TRASFORMA, MA LA GLORIA RISPLENDE IN TE parte 3 – il processo di Davide
Pastore Heros Ingargiola
Abbiamo imparato in queste domeniche che lo Spirito si muove in dimensioni (Isaia 40:13) e che abbiamo ricevuto da Lui una misura di fede che Egli desidera far crescere nella nostra vita. Il Signore ha messo su di noi una porzione di unzione per servire il Corpo e una porzione di unzione dentro di noi per trasformarci. Domenica scorsa abbiamo anche visto che Dio aveva scelto il re Saul per essere re di tutte le generazioni, ma il suo cuore non cambiò e andò da un peccato a un altro. Un nuovo cambiamento produce una nuova ubbidienza, infatti il cambiamento arriva grazie alla rivelazione della Parola di Dio e produce ubbidienza. Non potremo entrare nel territorio di una nuova ubbidienza se prima non c’è un cambiamento. È proprio questa ubbidienza alla voce di Dio che ci porta a maturità e a un’unzione maggiore.
Saul disprezzò il manto che Dio gli aveva dato e fallì il Suo piano. Così il Signore chiude un capitolo con Saul e ne riapre uno con il giovane Davide. Parla al profeta Samuele e gli ordina di ungere uno dei figli di Isai. Ma al suo arrivo ci sono solo i fratelli di Davide, guerrieri scelti e valorosi, senza il piccolo Davide.
1 SAMUELE 15:11,13 Poi Samuele disse a Isai: «Sono questi tutti i tuoi figli?» Isai rispose: «Resta ancora il più giovane, ma è al pascolo con le pecore». Samuele disse a Isai: «Mandalo a cercare, perché non ci metteremo a mangiare prima che sia arrivato qua». 12 Isai dunque lo mandò a cercare, e lo fece venire. Egli era biondo, aveva begli occhi e un bell’aspetto. Il SIGNORE disse a Samuele: «Àlzati, ungilo, perché è lui». 13 Allora Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli; da quel giorno lo Spirito del SIGNORE investì Davide. Poi Samuele si alzò e se ne tornò a Rama.
Anche se gli uomini si dimenticassero di noi, Dio non si dimenticherà mai di noi. Il Signore non guarda all’apparenza, non sceglie per le abilità ma dà le Sue abilità a coloro che sceglie. Nessuno stava aspettando Davide per mangiare, ma al contrario Dio lo ha onorato davanti ai suoi fratelli. Samuele sarebbe potuto andare lui stesso da Davide, invece fa chiamare il giovane dentro la casa. Perché quando Dio chiama qualcuno, lo conferma dentro la casa, mai fuori. Dall’unzione che Davide ricevette, iniziò un processo in Lui di circa 13 anni. Non è la posizione che produce unzione ma è l’unzione che ci porterà nella posizione che Dio ha stabilito.
Ora vediamo come possiamo ricevere i benefici da un uomo di Dio e dal suo mantello.
- Dobbiamo riconoscere il mantello che è sulla persona che Dio ha scelto. Davide era stato unto a 17 anni ma dopo l’unzione tornò a pascolare le pecore per ritornare ad essere ubbidiente a quello che il padre gli aveva assegnato. In quel processo entrò sotto il manto del re Saul. Infatti riconoscere il mantello significa comprendere che quella persona in autorità è stata scelta da Dio per essere un canale di benedizione nella nostra vita. Riconoscere questo ci permette di ricevere per impartizione l’unzione riversata sulle autorità.
- Dobbiamo ricordarci che essi sono strumenti di Dio ma sono sempre esseri umani.
- Dobbiamo onorare il mantello. L’onore si dimostra sia con le parole sia in maniera pratica. Dobbiamo entrare nella cultura dell’onore perché questa anticipa la gloria. L’onore va dato sia alle autorità sia ai nostri fratelli e sorelle. Quando Davide fu unto, probabilmente non fu onorato dai suoi fratelli, anzi fu disprezzato. Ci sono persone che onorano e persone che disprezzano. Ma a noi non deve importare se le persone ci disprezzano perché stanno facendo un danno a loro stesse. Dio ci onora comunque, la scelta la fa Lui. L’onore che Dio ci dà è più grande dell’onore di mille uomini!
- Dobbiamo servire il manto cioè lavorare a favore del progetto che Dio ha dato alle autorità. Noi cresceremo nel momento in cui serviremo!
1 SAMUELE 16:14 Lo Spirito del SIGNORE si era ritirato da Saul; e uno spirito cattivo, permesso dal SIGNORE, lo turbava.
Saul si ritrovò con una posizione e un manto ma non aveva più unzione, non stava più servendo il Signore. Proprio in questo tempo Dio apre una via per Davide.
1 SAMUELE 16:19, 21 Saul dunque inviò dei messaggeri da Isai per dirgli: «Mandami Davide, tuo figlio, che è con il gregge». 20 E Isai prese un asino carico di pane, un otre di vino, un capretto e mandò tutto a Saul per mezzo di Davide suo figlio. 21 Davide arrivò da Saul e si presentò a lui; Saul gli si affezionò molto e lo fece suo scudiero.
Davide era ritornato al suo lavoro, non si era inorgoglito. Pure suo padre Isai onorò il re Saul nonostante avesse visto l’unzione del profeta su suo figlio proprio perché c’era una cultura di onore. Davide era ritornato al gregge, ma un giorno l’unzione che era su di lui lo portò nella posizione che Dio aveva stabilito. Dall’unzione alla posizione c’è un processo. Mentre camminiamo con lealtà e fedeltà in questo processo Dio ci fa arrivare alla assegnazione. Davide servì il manto, suonò l’arpa con grandissima umiltà. La parola sottomissione significa dall’originale “sotto un mantello”. Dio ha fatto arrivare Davide nel momento peggiore del regno di Saul. Questo perché il Signore voleva addestrare Davide nella sottomissione e nell’onore mostrandogli un principio importante anche per noi oggi: se vogliamo regnare prima dobbiamo servire.
Non importa se alcuni modelli in cui siamo stati, non sono stati buoni. Quello che importa è che il modello di Dio è buono. Nel modello di Dio c’è il principio dell’impartizione. Eliseo è stato 14 anni sotto Elia versando semplicemente dell’acqua affinchè si lavasse le mani. Il Signore fa un processo in noi che ci permette di entrare nella posizione finale che Dio ci ha assegnato. Davide non era in casa, ma Samuele lo fece chiamare. Qualsiasi cosa Dio ha stabilito per noi Lui è abile a portarci lì: dalla casa, attraverso le autorità, ci porterà nella Sua assegnazione. Se però non mettiamo radici nella Casa in cui Lui ci ha messo, non potremo crescere. I “no” che a volte Dio ci dà attraverso la paternità ci aiutano a maturare. La nostra cultura si deve rompere e dobbiamo dare spazio alla cultura del Regno. La cultura dell’onore porterà la Chiesa in una dimensione di gloria. Elia fu servito da Eliseo. Mosè fu servito da Giosuè. Dio sta lavorando in noi per farci uscire da una dimensione razionale e farci entrare in una soprannaturale. Gesù ha detto di amarci gli uni gli altri. Non possiamo amare senza onorare. Anche Paolo disse di stimare gli altri più di noi stessi. Quanto stiamo onorando le nostre sorelle e i nostri fratelli? Gesù si spogliò della Sua veste per lavare i piedi dei Suoi discepoli. Questo vuol dire perdonare, coprire gli altri, aiutarli nel loro processo. Gesù ha onorato ognuno di noi donandoci la Sua veste!