Worship Service 11.07.2021

L’ARGILLA ARRESA PER LA GLORIA DI DIO

Pastore Heros Ingargiola

Dall’inizio dell’anno il Signore ci sta insegnando a perseverare per entrare nella dimensione della gloria. Egli ha il desiderio di cambiare ogni Suo figlio perché c’è di più! Abbiamo visto che Mosè aveva vissuto un processo nella sua vita che lo ha trasformato e lo ha reso pronto a fare una richiesta cioè quella di vedere la gloria di Dio (Esodo 33:18). Uno dei princìpi che dobbiamo comprendere è che Mosè prima di essere trasformato fu scelto. Infatti Dio è Colui che sceglie e perché Lui sceglie porta un’opera di trasformazione in noi per farci adempiere il Suo proposito.

GIOVANNI 15:12-17 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi. 13 Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici. 14 Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando. 15 Io non vi chiamo più servi, perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre mio. 16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo, affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, egli ve la dia. 17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Possiamo vedere che Gesù sta parlano ai Suoi più stretti, i discepoli, trasmettendo loro parole importantissime. Per tradizione erano gli studenti a scegliere il maestro migliore, ma Gesù dichiara che non sono stati loro a sceglierlo ma Lui a scegliere loro. È fondamentale che comprendiamo che siamo stati scelti da Dio e non il contrario. Abbiamo il privilegio più grande: essere stati scelti dal Signore per compiere la Sua opera!

Non è sufficiente sapere che siamo stati scelti da Dio perché questo è solo l’inizio. Infatti poi è necessario attraversare il processo che ci porta dalla chiamata all’elezione. Uno degli aspetti più importanti per arrivare all’elezione è l’arresa. Un cristiano che non si arrende non può essere un discepolo. Se Gesù che è Dio si è dovuto arrendere fino alla morte sulla croce, quanto più noi dobbiamo arrenderci! L’arresa è l’abbandonarsi nelle mani di qualcun’altro: dobbiamo affidarci alle mani più preziose e più potenti, quelle di Dio.

La Parola ci mostra un parallelismo tramite l’argilla. Noi siamo l’argilla data nelle mani del Vasaio migliore dell’Universo, il nostro Dio. Prima la nostra vita era nelle mani di chi ci voleva distruggere ma ora per la grazia di Dio siamo nelle mani del Signore!

ROMANI 9:21 Il vasaio non è forse padrone dell’argilla per trarre dalla stessa pasta un vaso per uso nobile e un altro per uso ignobile?

Siamo noi padroni di noi stessi? Dobbiamo vedere quanta arresa c’è nella nostra vita. La pasta nelle mani del vasaio è tutta uguale. Noi tutti siamo della stessa pasta: in Cristo Gesù. Dio è colui che decide cosa fare di ognuno di noi in base alla nostra arresa al processo. Infatti in base a come l’argilla reagisce al processo che dovrà subire dalle mani del Vasaio si stabilirà il suo utilizzo. La chiave è l’arresa. Ricordiamoci che la nostra vita non è nelle mani degli uomini!

GEREMIA 18:6 «Casa d’Israele, non posso io fare di voi quello che fa questo vasaio?», dice il SIGNORE. «Ecco, quel che l’argilla è in mano al vasaio, voi lo siete in mano mia, casa d’Israele!

Il Signore ci sta chiedendo se può lavorare nella nostra vita per come Lui ha stabilito! Il vasaio ha potere decisionale sull’argilla. La casa del Vasaio è la chiesa. Vediamo in Genesi 1:26-31 come Dio diede una forma all’uomo e questo è profetico per noi oggi! L’argilla è un materiale molto fragile come anche la nostra vita. Spesso arrivano contro di noi delle tempeste che segnano la nostra vita come delle crepe. Per avere un vaso di valore, un lavoro di pregio, dobbiamo superare delle fasi necessarie.

La prima fase è la selezione. Dio ci ha scelto, ci ha preso dalla terra, il peccato e ci ha appartati per sé portandoci nella casa del Vasaio. Ma così come siamo non siamo adatti ad essere usati. In questa fase l’argilla si lascia stagionare per alcune settimane. Infatti subito dopo la nostra conversione, il Signore non ci chiede nulla se non di stare nella Casa insieme agli altri vasi. In ogni momento dobbiamo ricordarci di essere stati scelti da Dio senza lasciare entrare in noi il pensiero di poterci meritare la chiamata e i doni di Dio. Ciò che siamo e ciò che saremo è solo per la grazia di Dio. Siamo frutto di una scelta accurata, Lui sa il perché di questa scelta! L’argilla non ha potere decisionale sul vasaio.

La seconda fase è la pulitura. L’argilla subisce un’altra stagionatura di circa tre anni in cui diventa di alta qualità. Dio non vuole vasi di bassa resistenza ma forti! Si procede quindi alla depurazione. Qui l’argilla viene messa in una vasca piena d’acqua così che tutti i grumi si ammorbidiscano. Una volta ammorbidita, il vasaio prende questa argilla e la sbatte dentro l’acqua più volte, in un modo simile a come si lavavano i panni a mano. Nella vita cristiana questo raffigura gli scontri, le correzioni e tutti quei tocchi che Dio ci dà al fine di togliere i grumi. Il risultato di questo procedimento è lo scivolone. Infatti la massa d’argilla è diventata estremamente liscia e sensibile nonché un materiale prezioso. Per noi questo significa purificazione e guarigione interiore. Fino a quando i grumi non se ne andranno da noi, verremo sbattuti nell’acqua.

SALMO 26:2 Scrutami, o SIGNORE, e mettimi alla prova; purifica i miei reni e il mio cuore.

Si arriva quindi alla lavatura che serve a far disperdere i sali solubili. Il Signore oltre a togliere i grumi, va in profondità, togliendo il sale da noi. Ecco che così l’argilla riceve morbidezza per poter essere modellata.

La terza fase è quindi la lavorazione. Innanzitutto l’argilla viene imballata e lasciata riposare nuovamente per sei mesi. Il cambiamento è un processo ma Dio è sempre lì. Successivamente l’argilla viene impastata secondo una formula specifica e poi questo impasto viene sbattuto sul banco al fine di togliere le bolle d’aria. A volte ci chiediamo il motivo delle prove, delle persecuzioni e delle difficoltà, ma Dio le sta permettendo così che non gonfiamo, ma anzi c’è trasformazione in noi. Molti vogliono prendere una forma a proprio piacimento e non essere più lavorati. Ma quell’impasto appena scenderà dalla ruota si frantumerà perché fallirà il proposito di Dio. Solo dopo che sono state tolte le bolle d’aria inizia la modellazione. Così dal momento dell’impasto a quello della modellazione c’è l’essiccazione. Ecco che l’umidità presente nell’argilla se ne va: in caso contrario l’impasto non reggerà la modellazione e la cottura. Per noi rappresenta la crocifissione dell’io al fine di ricevere la Sua forma. È una fase molto delicata curata nei minimi dettagli perché ha ripercussioni irreversibili. Infatti se l’impasto non conclude il tempo di essicazione quando verrà cotto si deformerà proprio a causa dell’umidità: si perderà quindi la forma data dal vasaio. Il nostro Dio non sbaglia mai ma noi non stanchiamoci di essere essiccati!

Ecco che ora il vaso può essere messo nel forno, la prova del fuoco. A questo punto saremo pronti a passare e superare le prove con successo. Talvolta non superiamo delle prove perché non siamo riusciti a resistere per tutta la durata dell’essiccazione e quindi le alte temperature ci frantumano.

MALACHIA 3:3 Egli si metterà seduto, come chi raffina e purifica l’argento, e purificherà i figli di Levi e li raffinerà come si fa dell’oro e dell’argento; ed essi offriranno al SIGNORE offerte giuste.

Il Signore vuole portare prove maggiori nella nostra vita per portarci a maturità. Ma se non avremo affrontato tutta la durata dell’essiccazione queste diventeranno prove letali.

ISAIA 43:2 Quando passerai attraverso le acque io sarò con te, o attraverserai i fiumi, non ti sommergeranno; quando camminerai in mezzo al fuoco, non sarai bruciato e la fiamma non ti consumerà.

Ecco cosa succede quando lasciamo che il Vasaio ci lavori e ci porti a maturità. Solo quando attraverseremo le fasi di lavorazione potremo realizzare il proposito di Dio. Il Signore fa sul serio con noi e desidera riempire la Sua Chiesa della Sua gloria. Ma non potrà riempire vasi deformati, rotti, privi di cambiamento. Quando non ci arrendiamo, fuggiamo. Ricordiamoci però che non è il cambiamento esteriore che provoca quello interiore, ma il contrario!

La fase finale di questo processo è la smaltatura e la decorazione. Dio riveste i Suoi vasi della Sua gloria e li riempie. Ecco che quando un vaso arriva alla smaltatura, gli altri lo vedono. In base alla risposta dell’argilla al processo Egli deciderà se usare quel vaso in modo nobile o in modo ignobile.

2 TIMOTEO 2:19-22 Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e «Si ritragga dall’iniquità chiunque pronuncia il nome del Signore». 20 In una grande casa non ci sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche vasi di legno e di terra; e gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile. 21 Se dunque uno si conserva puro da quelle cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona. 22 Fuggi le passioni giovanili e ricerca la giustizia, la fede, l’amore, la pace con quelli che invocano il Signore con un cuore puro.

La parola ignobile significa letteralmente il “vasino di notte”. Lasciamo che Dio continui a lavorare in noi per renderci vasi nobili che riversano la gloria di Dio agli altri. Il prezzo da pagare è una totale arresa. Desideriamo di essere usati da Dio ma lasciamoci anche lavorare nelle mani del Vasaio!