Worship Service 29.08.2021

IL GRANDE MANDATO

Pastore Heros Ingargiola

MATTEO 28:18-20 E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. 19 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente».

Dopo essere risorto, Gesù rimase con i Suoi discepoli per impartire loro le cose riguardanti l’opera che bisognava compiersi tra cui il grande mandato. Gli apostoli ricevettero più di un mandato ma gli altri erano stagionali mentre il grande mandato riguarda l’influenza di ogni stagione fino alla venuta di Gesù e si estende a tutti coloro che fanno parte della Chiesa di Gesù Cristo. Egli fu il primo ad essere mandato, infatti fu mandato dal Padre. Dopo questo Gesù delegò la Chiesa per questo mandato. La parola mandato significa “messo in un luogo, legato a uno scopo, ambasciata, far andare qualcuno in un luogo specifico per uno scopo specifico”. Il grande mandato è quindi il mandato che la Chiesa ha ricevuto. Esso include un decreto divino, tre ordini divini, una promessa divina e delle stagioni.

Il decreto divino è “Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra”. Sappiamo che il primo peccato fu commesso nei Cieli contaminando questi. Gesù ha dovuto riprendere l’autorità persa da Adamo ma ha anche purificato e unito i Cieli e la Terra.

GIOVANNI 3:13 Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo.

Attraverso la croce Gesù purificò l’ambiente del Cielo e della Terra. La parola potere significa autorità legale per far osservare i diritti di qualcuno. Questa autorità Gesù la ha delegata alla Chiesa.

ROMANI 3:23 poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio

Attraverso Adamo il peccato si è esteso a tutti gli uomini. Ecco che il diavolo cerca di costringere gli uomini a mancare il bersaglio. Infatti “peccato” significa “mancare il bersaglio” ma anche “lasciarsi fuggire la gloria”. Chi pecca si allontana dalla gloria proprio come accadde ad Adamo.

ESODO 1:13-14 e gli Egiziani costrinsero i figli d’Israele a servire con asprezza, 14 e amareggiarono la loro vita con una dura schiavitù, nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Li obbligavano a fare tutti questi lavori con asprezza.

Ecco quello che il diavolo vuole fare. Prima eravamo separati da Dio ma ancora oggi che siamo stati resi liberi possiamo cadere di nuovo schiavi se camminiamo indipendenti da ciò che dice la Parola di Dio. Dio ci vuole liberare da ogni forma di schiavitù ma dobbiamo camminare in modo integro togliendo al nemico ogni diritto di tenerci in schiavitù!

ROMANI 5:15-20 La grazia però non è come la trasgressione; se infatti per la trasgressione di uno solo quei molti sono morti, molto più la grazia di Dio e il dono per la grazia di un uomo, Gesù Cristo, hanno abbondato verso molti altri. 16 Riguardo al dono, non è avvenuto come per quell’uno che ha peccato, perché il giudizio produsse la condanna da una sola trasgressione, ma la grazia produsse la giustificazione da molte trasgressioni. 17 Infatti, se per la trasgressione di quell’uno solo la morte ha regnato a causa di quell’uno, molto di più coloro che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell’uno, che è Gesù Cristo. 18 Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita. 19 Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti. 20 Or la legge intervenne affinché la trasgressione abbondasse; ma dove il peccato è abbondato, la grazia è sovrabbondata

Non siamo più peccatori, Gesù ci ha resi liberi, ora è il tempo che il Signore operi tramite le nostre vite! Ecco tre impossibilità per il peccatore.

ROMANI 8:8 Quindi quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio.

Coloro che hanno la natura adamica non possono piacere al Signore perché non sono figli. Ogni persona ha bisogno di fare l’esperienza della nuova nascita per poter diventare figli di Dio!

MATTEO 7:18 Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni.

Come seconda cosa il peccatore non può produrre frutti buoni. Quando manchiamo il bersaglio si interrompe la comunione con Dio e iniziamo a vivere fuori dal proposito di Dio. Gesù ha cambiato la radice!

GIOVANNI 3:5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

Chi non è nato di nuovo non può entrare nel Regno di Dio.

Oltre al decreto divino, ci sono anche tre ordini divini (Matteo 28:19). Gli apostoli sapevano che tutto ciò che facevano aveva bisogno dell’unzione di Dio perché altrimenti non avrebbe avuto legalità spirituale. Infatti il mandato è un atto sovrano di Dio per legalizzare la possibilità di un ambasciatore del Regno sulla Terra. Gesù ha delegato ufficialmente e legalmente la Chiesa a portare avanti il Regno di Dio sulla Terra. Gesù ci ordina di andare e di fare discepoli. Non siamo chiamati a salvare i peccatori solamente ma a fare discepoli di tutte le etnie! Davanti a Dio ci sono due tipi di persone, le creature e i figli. Questi ultimi sono coloro che sono nati di nuovo. I figli di Dio si dividono in base al livello della loro maturità: i membri di chiesa, cioè coloro che ricevono solamente, i discepoli, cioè coloro che vogliono anche servire e dare la propria vita, e infine gli operai ossia coloro che hanno già acquisito una certa maturità.

MARCO 16:15 Poi disse loro: «Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo a ogni creatura;

Il secondo ordine è fare discepoli. Quando accettiamo Gesù, arriviamo a Lui impreparati perciò lo Spirito Santo lavora in noi affinchè compiamo il proposito di Dio. Possiamo portare frutto perché abbiamo ricevuto la delega dal Maestro. Il discepolo è colui che apprende, agisce e ubbidisce. Dobbiamo formare discepoli attraverso l’insegnamento delle autorità e attraverso il nostro esempio. Quando amiamo diamo l’esempio. Il terzo ordine ci dice di “insegnare loro”, cioè aiutarli a farli crescere. Il discepolo è colui che osserva ciò che Dio gli comanda. Il membro mette prima se stesso mentre il discepolo mette prima Dio. Il discepolo si sottomette volontariamente a disciplina. Non è per obbligo ma è una scelta volontaria per la passione che si ha per il Signore. Gesù ha potuto mandare la Chiesa perché prima Lui è stato mandato dal Padre. Non possiamo fare discepoli se prima non siamo discepoli. Mettiamoci subito al centro della volontà di Dio per crescere più rapidamente! I discepoli hanno potere di influenza sulla società!

LUCA 2:36-37 Vi era anche Anna, una profetessa, figlia di Fanuel, della tribù di Aser, la quale era molto avanzata in età, avendo vissuto dopo la sua verginità sette anni con il marito. 37 Ella era vedova e, sebbene avesse ormai ottantaquattro anni, non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.

I discepoli amano Dio e amano la Chiesa, servono Dio e servono la Chiesa. Questa donna era innamorata del Signore. Se non serviamo a Gerusalemme, ossia la nostra casa e la nostra chiesa, non potremo andare a servire alle estremità della terra. Ecco tre impossibilità in relazione al credente.

  • La separazione. Non possiamo servire Dio e mammona. Tutti i discepoli si separano perché se non c’è una separazione dal mondo allora questo ci separerà da Dio. la priorità assoluta ce la deve avere Dio!

LUCA 16:13 Nessun servo può servire a due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio e a mammona».

  • La brillantezza. I discepoli sono la luce del mondo. Abbiamo quindi la possibilità di risplendere della luce di Cristo che è in noi per mostrare ciò che è vero da ciò che è falso!
  • La sofferenza. Il vero discepolo non può fuggire dalla croce. Dio non chiede a coloro che sono bambini spirituali di morire a se stessi. I discepoli sono maturi e sanno rinnegare se stessi per far vivere Cristo.

LUCA 14:26-27 «Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli, fratelli e sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. 27 E chiunque non porta la sua croce e mi segue, non può essere mio discepolo.

Se non serviamo, a cosa serviamo? Non possiamo servire Dio come piace a noi. Il discepolo è l’apprendista. Fare discepoli ci ricorda che i discepoli sono fatti. Questo significa che non nasciamo discepoli bensì abbiamo bisogno di essere disciplinati da qualcuno accanto a noi.

Gesù era stato mandato per il popolo d’Israele ma la fede di alcuni gentili ha fatto si che il mandato di Gesù si aprisse anche a loro. Lo scopo di Cristo era di morire sulla croce ma il Suo destino non è ancora finito, continua attraverso la Chiesa. Gesù ha rappresentato il Padre, stava manifestando il Figlio e aspettavab  lo Spirito Santo. La volontà del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo sono una: che la Chiesa abbia discepoli. Una chiesa fatta di discepoli è una chiesa forte che può cambiare il destino di una città. Ecco alcune caratteristiche dei discepoli:

  • Fedeltà e lealtà. La prima significa fare qualcosa per filo e per segno per come deve essere fatta, ma la lealtà riguarda l’attitudine di cuore.
  • Ubbidienza e sottomissione. Non possiamo essere guidati se non desideriamo essere ubbidienti!
  • Umiltà e mansuetudine. Le Sue pecore ascoltano la Sua voce! Essere guidati è cosa migliore di fare di testa propria!
  • Perseveranza e decisione di amare. L’amore agapeo non è dettato dalle emozioni ma è una decisione. Non abbandoniamo il cammino cristiano anche quando le circostanze sono avverse!
  • Dimorare nella Sua Parola. I discepoli hanno bisogno di mettere i piedi sulla Roccia!

GIOVANNI 8:31-32 Gesù disse allora ai Giudei che avevano creduto in lui: «Se dimorate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

Molte persone non sono liberate da alcune situazioni perché non hanno imparato a dimorare nella Sua Parola. Quando dimoriamo nella Sua Parola, questa diventa verità: il logos diventa rhema e questo ci rende liberi!