Worship Service 13.02.2022

IL SUONO DELLA SUA VOCE

Pastore Luisa Ingargiola

Ascoltare avviene in modo automatico. Ma se è così facile perché ci sono così tanti malintesi? Perché è così diffusa la sensazione di non essere compreso? Possiamo sentire qualcuno o qualcosa mentre facciamo altro, ma ascoltare, non è qualcosa che avviene in modo passivo, quando vogliamo ascoltare con interesse entra in gioco l’area emotiva.

Le pecore hanno un buon udito e sono predisposte a seguire la voce del pastore.

Giovanni 10:3 A lui apre il portinaio, e le pecore ascoltano la sua voce, ed egli chiama le proprie pecore per nome e le conduce fuori.

Per Dio, ascoltare, è molto importante, infatti vediamo che il verbo “Shemà” (che significa ascoltare con attenzione o interesse, obbedire, capire, acconsentire) è presente 1.165 volte nell’Antico Testamento e 437 volte nel Nuovo Testamento. Come puoi acconsentire a qualcosa se non l’abbiamo ascoltata?

Shemà era anche una preghiera che veniva fatta dal popolo ebraico la mattina e la sera, ed è tradizione insegnarla ai propri figli. Gesù ha parlato di shemà che veniva recitato mattino e sera (Shemà Israele – Ascolta Israele)

Marco 12:29 E Gesù gli rispose: «Il primo comandamento di tutti è: “Ascolta, Israele: Il Signore Dio nostro è l’unico Signore”,

L’ascolto ha diversi ostacoli. Utilizzando il parallelismo con un orecchio tappato, gli ostacoli sono:

  • Riduzione della capacità uditiva (ipoacusia); non discerni la voce e la volontà di Dio
  • Percezione dell’orecchio ovattato; ferite ed amarezze ti impediscono di ascoltare.
  • Rimbombo della proprio voce in testa (autofonia); pensieri e razionalità.
  • Ronzii alle orecchie (acufene); disturbo di demoni.
  • Mancanza di equilibrio e vertigini; instabilità.
  • Dolore alle orecchie e/o alle tempie; distrazioni.

Una persona che ebbe questa problematica fu Samuele.

1 SAMUELE 3:1-2 Or il giovane Samuele serviva l’Eterno alla presenza di Eli. La parola dell’Eterno era rara in quei giorni, e non c’era alcuna estesa rivelazione 2 In quel tempo, Eli era coricato nel suo solito posto.

Possiamo vedere che Samuele stava ascoltando Dio ma non aveva la conoscenza diretta di chi Lui fosse. Era un periodo di declino perché i figli di Eli non servivano il Signore con integrità ed Eli non prendeva provvedimenti. Dio ebbe pazienza per un tempo. Non giochiamo con il peccato! Dio è santo e anche il Suo amore e la Sua vicinanza lo sono! La guida che aveva Samuele, cioè Eli, non era perfetta ma fu comunque usata da Dio. Il Signore usa le nostre guide per farci arrivare al proposito anche se non sono perfette.

Eli dormiva nel suo solito posto ma Samuele era nel tabernacolo. Il luogo in cui stiamo determina la nostra attitudine nei confronti di Dio e l’ascolto della Sua voce. Non lasciamoci distrarre e allontanare.

1 SAMUELE 3:3 La lampada di DIO non era ancora spenta e Samuele era coricato nel tabernacolo dell’Eterno dove si trovava l’arca di DIO.

A volte pensiamo che la notte sia troppo lunga ma la lampada di Dio non si è ancora spenta per noi: Dio non si è dimenticato di noi. La Sua parola arriverà al momento giusto, il Suo occhio è su di noi! Marta, ad esempio, non poteva ascoltare perché era impegnata in dettagli inutili, Maria era in posizione d’ascolto, era in cucina non in salotto. Ci sono momenti in cui dobbiamo servire ma la parte migliore è quella in cui ascoltiamo ai piedi del Signore.

1 SAMUELE 3:10 Quindi l’Eterno venne, si pose lì vicino e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose: «Parla, perché il tuo servo ascolta».

Magari Dio ci ha chiamato molte volte e noi non lo abbiamo percepito: abbiamo bisogno di un Eli che ci aiuti. Dio vide l’ubbidienza del giovane Samuele alla sua guida spirituale. A volte ci sentiamo soli e non capiti ma se saremo ubbidienti il Signore si metterà vicino a noi e comincerà a parlarci. Samuele aveva deciso di ascoltare e di ubbidire.

Un altro uomo che ascoltò la voce di Dio in un momento critico fu Elia. Egli aveva ucciso 400 profeti di Baal, ma bastò l’intimidazione di una sola donna per fermare il suo proposito. Talvolta facciamo grandi cose per Dio e ci aspettiamo l’acclamazione per il successo, invece abbiamo tutti contro. Elia fuggì nel deserto in una caverna.

1 RE 19:9 Là entrò in una caverna e vi passò la notte. Ed ecco, la parola dell’Eterno gli fu rivolta e gli disse: «Che fai qui, Elia?».

Elia poteva usare la stessa autorità contro l’intimidazione ma non ebbe lo stesso discernimento perché non stava più ascoltando la voce di Dio, bensì quella della ferita della mancanza di approvazione.

1 RE 19:10 Egli rispose: «Sono stato mosso da una grande gelosia per l’Eterno, il DIO degli eserciti, perché i figli d’Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo ed essi cercano di togliermi la vita».

Elia rispose nel pieno della sua amarezza e con autocommiserazione. Però Dio iniziò a mostrarsi a Lui con il vento, il terremoto e il fuoco.

1 RE 19:12 Dopo il terremoto un fuoco, ma l’Eterno non era nel fuoco. Dopo il fuoco una voce, come un dolce sussurro.

Dio mostrò la Sua potenza ma si identificò in un dolce sussurro. Magari ci troviamo nella caverna e abbiamo bisogno del dolce sussurro della Sua voce.

13 Come udì questo, Elia si coperse la faccia col mantello uscì e si fermò all’ingresso della caverna; ed ecco una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?

Al suono del dolce sussurro Elia si coprì la faccia con il mantello perché nella tradizione ebraica quando un ebreo recita lo Shamè ci si copre la faccia per favorire la concentrazione e l’ascolto. Dio vuole parlarci ma dobbiamo scegliere di togliere tutte le distrazioni esterne. La risposta di Elia al dolce sussurro fu la stessa di prima: non era cambiato. Così Dio gli disse di tornare indietro e ungere Eliseo: il suo proposito era finito. Questo è il tempo del nostro ravvedimento per ascoltare e ubbidire la Sua Parola. Dio vuole darci un’altra opportunità per cambiare!

Nel secondo Dopoguerra, subito dopo l’Olocausto, un rabbino di nome Kahaneman, cercò di trovare i bambini ebrei che erano stati nascosti nei conventi e negli orfanotrofi delle chiese durante la guerra. In ogni orfanotrofio in cui andava, il rabbino recitava l’inizio dello Shemà. Istintivamente, alcuni dei bambini si coprivano gli occhi gridando: “Mamma, mamma!”. Quei bambini avevano ricevuto l’impartizione nel loro cuore. Anche se gli uomini cercano di portarci alla morte, il seme della voce di Dio è dentro di noi. Niente e nessuno può fermare la voce di Dio dentro di noi se non noi stessi. Decidiamo di rimuovere ogni ostacolo all’ascolto della Sua voce.

Secondo delle ricerche della Stanford University, il 97% dei neonati, in un solo secondo di ascolto, riconosce la voce materna senza esitazioni. Gli studi confermano che la voce della madre agisce direttamente sulle zone cerebrali adibite a gestire le emozioni e sviluppa il cervello, stimolando nel bambino la sensazione di sentirsi protetto e rassicurato. La voce di Dio è come la voce della mamma, quando ascoltiamo la Sua voce e siamo liberi dalle ostruzioni, quella voce ci calma.

ISAIA 66:13 Come una madre consola il proprio figlio, così io consolerò voi e sarete consolati in Gerusalemme.

SALMO 131:2 Ho veramente calmato e acquetato la mia anima, come un bambino svezzato sul seno di sua madre; la mia anima dentro di me è come un bambino svezzato.

Ciò di cui abbiamo bisogno è il suono della Sua voce che ci dà speranza, gioia, soluzione: permettiamo allo Spirito Santo di fare questo lavoro in profondità.