Worship Service 04.04.2021

L’UNZIONE TI TRASFORMA, MA LA GLORIA RISPLENDE IN TE – parte 8

Pastore Heros Ingargiola

In queste domeniche abbiamo visto come il re Davide stava diventando sempre più grande perché il Signore era con lui. Dio ha dovuto prepararlo per la grandezza. Non possiamo fare le cose grandi per Dio senza Dio e senza essere preparati.
2 SAMUELE 5:10 Davide diventava sempre più grande e l’Eterno, il DIO degli eserciti, era con lui.
Abbiamo imparato che si entra nella grandezza e nella nostra assegnazione attraverso la sofferenza interiore, quella dovuta al cambiamento interiore. Dobbiamo diventare come il nostro Signore, umili e mansueti. Abbiamo visto anche l’importanza di tornare nel luogo della preghiera, infatti per sperimentare una vita di preghiera bisogna disciplinarsi con impegno e determinazione.
2 SAMUELE 7:1,3 Or avvenne che, quando il re si fu stabilito nella sua casa e l’Eterno gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici tutt’intorno, 2 il re disse al profeta Nathan: «Vedi, io abito in una casa di cedro ma l’arca di DIO sta sotto una tenda». 3 Nathan rispose al re: «Va’, fa’ tutto ciò che hai in cuore di fare, perché l’Eterno è con te».
I nemici c’erano ma il Signore gli diede riposo. Nel cuore di Davide è presente un primo conflitto. Egli sapeva di vivere in un luogo lussuoso, ma era anche consapevole che la dimora di Dio era tra le tende. Dal suo cuore uscì il desiderio di fare qualcosa per Dio. Così il profeta Nathan gli diede una risposta che apparentemente sembra spirituale. In realtà era una presupposizione umana, non una parola divina. Spesso mettiamo i desideri del nostro cuore al di sopra della volontà di Dio. Davide aveva il desiderio di onorare il suo Signore, la sua intenzione e la sua motivazione erano corrette, ma questo desidero doveva confrontarlo con la volontà di Dio. Non tutto ciò che desideriamo viene da Dio. Noi abbiamo una triplice natura: spirito anima e corpo. Spesso non è lo spirito che desidera, ma l’anima. Oggi dobbiamo comprendere tre cose importanti per quando abbiamo un desiderio
1. Se il nostro desiderio è per la nostra ambizione. Quando facciamo qualcosa, anche per il Regno, lo stiamo facendo per amore o per un rendiconto personale? Ad esempio, quando diamo, lo facciamo per amore o perché sappiamo che dopo Dio ci benedirà?
2. Se quello che desideriamo per Dio va oltre quanto Egli stesso ci ha chiesto. Questo era proprio quello che stava accadendo al re Davide: voleva fare qualcosa per il Signore che Lui non gli aveva chiesto. Questo ci porta fuori dalla volontà di Dio. Dobbiamo fare ciò che il Signore ci chiede di fare! Le cose in più che facciamo devono essere cose che Dio ci richiede.
3. Se quello che desideriamo per Dio è meno di quanto Egli ci abbia chiesto.
Con molta dolcezza Dio ha dovuto negare a Davide di costruire il tempio perché era stato un uomo di sangue. Come ci comporteremmo se Dio ci dicesse di “no” nel fare qualcosa per Lui? Possiamo rispondere in tre modi: decidere per ripicca di non fare più niente, nemmeno quello che dovremmo, continuare a fare in ogni caso quello che non dovremmo fare, oppure collaborare per poter raggiungere l’obiettivo anche se non ci è stato affidato in prima persona. Davide si comportò in quest’ultimo modo (1 Cronache 29:2,9). Anche se non era stato scelto da Dio per costruire il tempio, raccolse tutto il materiale che serviva per costruirlo! Possiamo non essere chiamati a costruire il tempio ma possiamo dare un grande aiuto a coloro che dovranno costruirlo!
I “no” da parte di Dio ci aiutano a crescere. Possiamo anche avere buone intenzioni ma se Dio non ci ha chiamato a fare quella determinata cosa non dobbiamo farla e non dobbiamo nemmeno provare gelosia per coloro a cui invece viene affidato di farlo.
Ognuno deve fare la sua parte. Ognuno di noi è un tassello importante del Corpo, tutti devono fare qualcosa. Non qualcosa che desideriamo ma ciò per cui Dio ci ha chiamati. Ecco un episodio nel tempio del Nuovo Testamento, la Chiesa.
ATTI 6:2,5 Allora i dodici, radunato il gran numero dei discepoli, dissero: «Non è bene che noi, lasciata la parola di Dio, serviamo alle mense. 3 Perciò, fratelli, cercate fra voi sette uomini, di cui si abbia buona testimonianza, ripieni di Spirito Santo e di sapienza, a cui noi affideremo questo compito. 4 Ma noi continueremo a dedicarci alla preghiera e al ministero della parola». 5 Questa proposta piacque a tutti i discepoli. Ed elessero Stefano, uomo ripieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmena e Nicola, un proselito di Antiochia.
Gli apostoli stavano facendo qualcosa di onorevole ma non era la volontà di Dio. Ognuno deve fare il suo compito! Gli apostoli stavano facendo qualcosa in più rispetto a quello che Dio voleva da loro. Così con ordine scelsero persone adatte a quel ruolo. Non importa se è qualcosa che ci piace, dobbiamo fare quello che è la volontà di Dio altrimenti falliremo. Se faremo quello che Dio ci indica avremo vittoria proprio come Davide! Il Signore non può approvare qualcosa che è fuori dal Suo proposito! Prima che nascessimo Lui aveva già stabilito quello che dovevamo fare!
Il re Davide ebbe un secondo conflitto.
2 SAMUELE 9:1,13 Davide disse: «È rimasto ancora qualcuno della casa di Saul, a cui io possa usare bontà per amore di Gionathan?». 2 Ora vi era un servo della casa di Saul, chiamato Tsiba, che fu fatto venire da Davide. Il re gli disse: «Sei tu Tsiba?». Egli rispose: «Servo tuo». 3 Il re poi domandò: «Non c’è più nessuno della casa di Saul, a cui possa usare la bontà di DIO?». Tsiba rispose al re: «C’è ancora un figlio di Gionathan, che ha i piedi storpi». 4 Il re gli disse: «Dov’è?». Tsiba rispose al re: «È in casa di Makir, figlio di Ammiel, a Lodebar». 5 Allora il re Davide lo mandò a prendere dalla casa di Makir, figlio di Ammiel, a Lodebar. 6 Così Mefibosceth, figlio di Gionathan, figlio di Saul venne da Davide, si gettò con la faccia a terra e si prostrò. Davide disse: «Mefibosceth!». Egli rispose: «Ecco il tuo servo!». 7 Davide gli disse: «Non temere, perché intendo usarti bontà per amore di Gionathan tuo padre; ti restituirò tutte le terre di Saul tuo antenato e tu mangerai sempre alla mia mensa». 8 Mefibosceth si prostrò e disse: «Che cos’è il tuo servo, perché tu tenga conto di un cane morto come me?». 9 Allora il re chiamò Tsiba, servo di Saul, e gli disse: «Tutto ciò che apparteneva a Saul e a tutta la sua casa, lo do al figlio del tuo signore. 10 Tu dunque, assieme ai tuoi figli e ai tuoi servi, lavorerai per lui la terra e ne raccoglierai i prodotti, affinché il figlio del tuo signore abbia pane da mangiare; ma Mefibosceth, figlio del tuo signore, mangerà sempre alla mia mensa». Or Tsiba aveva quindici figli e venti servi. 11 Tsiba disse al re: «Il tuo servo farà tutto ciò che il re mio signore comanda al suo servo». Così Mefibosceth mangiava alla mensa di Davide come uno dei figli del re. 12 Or Mefibosceth aveva un figlioletto di nome Mika; e tutti quelli che stavano in casa di Tsiba erano servi di Mefibosceth. 13 Mefibosceth risiedeva a Gerusalemme perché mangiava sempre alla mensa del re. Era storpio di ambedue i piedi.
Davide si ricordò del patto fatto con il suo amico Gionathan. La Chiesa dovrebbe farsi la domanda che si fece Davide! Generalmente dopo che un re saliva al trono egli uccideva tutta la dinastia del re precedente. Ma Davide adottò un altro principio, quello della bontà di Dio. Egli è figura di Cristo, il quale non è venuto per condannarci ma per farci grazia. Noi siamo stati scelti e chiamati a mangiare alla mensa del Re! Oggi apparteniamo alla famiglia di Dio! Davide rinunciò al giudizio che poteva esercitare contro Mefibosceth e riversò grazia. La grazia di Dio si estenderà nella nostra casa per amore del patto che Dio ha fatto in Gesù! Davide fece restituire a Mefibosceth tutto quello che apparteneva a Saul. Tutto quello che il diavolo ci ha rubato, il Signore ce lo restituirà. Oggi possiamo godere della misericordia e della grazia di Dio per quello che Gesù ha fatto per noi! La donna colta in flagranza di adulterio non fu condannata neppure da Gesù, l’unico che avrebbe potuto condannarla.
Questi due primi conflitti di Davide sono proprio “ama il tuo Dio con tutto il tuo cuore” e “ama il prossimo” come Gesù ci ha comandato.