Worship service 05.01.2020

RITORNARE A DIO: E’ TEMPO DI RISVEGLIO

Pastore Evangelista Heros Ingargiola

Si apre davanti a noi una nuova decade in cui Dio farà qualcosa di sconvolgente per l’intero continente europeo. Secondo il calendario ebraico ci troviamo nell’anno 5780 e sappiamo che per gli Ebrei ogni numero corrisponde a qualcosa e nello specifico il numero 8 corrisponde a” Phe” ovvero bocca. Dio vuole parlare alle nostre vite, dare nuove rivelazioni e per questo c’è bisogno di ritornare all’intimità con il nostro Signore. Il numero 80 ci fa anche comprendere che non è solo Dio a parlare con gli uomini ma che gli uomini parleranno ad altri uomini quindi si apre una decade evangelistica.

Salmo 85.6 Non tornerai forse a darci la vita, perché il tuo popolo possa gioire in te?

Questa preghiera venne fatta dai figli di Core in un momento particolare per Israele, il popolo era sotto il dominio dei babilonesi ma oggi diventa un rhema per la chiesa infatti sappiamo che la Parola di Dio è eterna e tutto ciò che è scritto serve per il nostro ammaestramento. L’espressione “nuovamente la vita” , che è citata nel verso,  dall’ebraico significa rigenerare. È tempo di risveglio e Dio sta ravvivando le “ ossa secche” portando una nuova vita ovvero un cambiamento.  Solo Dio può dare una nuova vita. Gli uomini che si trovarono sotto il dominio capirono che l’unica cosa che potevano fare era tornare a Dio perché erano aggravati, schiavi non avevano possibilità davanti a loro. Dio vuole fare una nuova cosa iniziando sempre dalle piccole cose per poi manifestarsi in modo esteriore. Il Signore desidera rigenerare la nostra vita, la nostra condizione, i nostri sogni, la nostra preghiera, la nostra passione per Lui e quando avverrà questo, si espanderà anche verso gli altri.

Il termine rigenerare, risvegliare, rivivere significa anche restaurazione per il benessere. Dio desidera restaurare anche la nostra area finanziaria affinchè possiamo essere prosperi cioè avere tutto il necessario affinchè possiamo abbondare e benedire anche gli altri. Il termine rivivere significa anche accellerare. È tempo di correre nello spirito per questo dobbiamo togliere tutti i pesi che ci aggravano e che ci impediscono di volare in alto.

Isaia 11.9-12  Non si farà né male né danno su tutto il mio monte santo, poiché la conoscenza del SIGNORE riempirà la terra, come le acque coprono il fondo del mare. 10 In quel giorno, verso la radice d’Isai, issata come vessillo dei popoli, si volgeranno premurose le nazioni, e la sua residenza sarà gloriosa. 11 In quel giorno, il Signore stenderà una seconda volta la mano per riscattare il residuo del suo popolo rimasto in Assiria e in Egitto, a Patros e in Etiopia, a Elam, a Scinear e a Camat, e nelle isole del mare. 12 Egli alzerà un vessillo verso le nazioni, raccoglierà gli esuli d’Israele, e radunerà i dispersi di Giuda dai quattro canti della terra.

Il Signore sta per fare tornare tutti coloro che si sono allontanati da Lui. Dio ha pagato il prezzo attraverso Gesù ma anche la chiesa deve pagare un prezzo, sacrificandosi per vedere risultati eccezionali. I risultati che vedremo saranno determinati dalle giuste priorità che metteremo nella nostra vita.

Habacuc 3.2 SIGNORE, io ho udito il tuo messaggio e sono preso da timore. SIGNORE, da’ vita all’opera tua nel corso degli anni! Nel corso degli anni falla conoscere! Nell’ira, ricòrdati d’aver pietà!

Habacuc in questi versi stava profetizzando il risveglio.

Non è più tempo di pensare solo a noi stessi ma di pensare a tutti coloro che Dio manderà per questo dobbiamo collaborare con Lui; il risveglio è portare alla vita tutto ciò che era morto e separato da Cristo, dalla chiesa, dalla misericordia, dalla grazia e noi siamo il mezzo che permetterà alle persone di conoscere realmente Gesù e di preparare la via per il Suo glorioso ritorno.

Deuteronomio 8.11-16  Guàrdati dal dimenticare il SIGNORE, il tuo Dio, al punto da non osservare i suoi comandamenti, le sue prescrizioni e le sue leggi che oggi ti do; 12 affinché non avvenga, dopo che avrai mangiato a sazietà e avrai costruito e abitato delle belle case, 13 dopo che avrai visto il tuo bestiame grosso e minuto moltiplicarsi, accrescersi il tuo argento, il tuo oro e abbondare ogni tua cosa, 14 che il tuo cuore si insuperbisca e tu dimentichi il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla casa di schiavitù; 15 che ti ha condotto attraverso questo grande e terribile deserto, pieno di serpenti velenosi e di scorpioni, terra arida, senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te acqua dalla roccia durissima; 16 che nel deserto ti ha nutrito di manna che i tuoi padri non avevano mai conosciuta, per umiliarti e per provarti, per farti, alla fine, del bene.

Quando Dio compie un’opera di rigenerazione in ogni area della nostra vita e quindi si è pienamente soddisfatti non bisogna mai dimenticare tutto quello che Dio ha fatto e da dove ci ha tirati fuori. Il fine per cui a volte ci troviamo nel deserto è per restaurare l’immagine di Dio nella nostra vita, per formare il nostro carattere e farci del bene. Ciò che Dio ha preparato per noi è molto più grande di quello che abbiamo stabilito per noi stessi ma non dobbiamo dimenticare la cosa più importante che è avere Dio e la Sua Parola come priorità nella nostra vita e nella nostra casa.

Quando Dio inizia un risveglio nella vita di una persona è anche affinchè tutto quello che la persona vive possa diventare una testimonianza di incoraggiamento per gli altri.

Senza la vita di Dio non può esserci gioia! Quando adempiamo il proposito di Dio allora possiamo vivere nella gioia.

Genesi 32.27-30 L’altro gli disse: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Giacobbe». 28 Quello disse: «Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, perché tu hai lottato con Dio e con gli uomini e hai vinto». 29 Giacobbe gli chiese: «Ti prego, svelami il tuo nome». Quello rispose: «Perché chiedi il mio nome?» 30 E lo benedisse lì. Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia e la mia vita è stata risparmiata».

In questi versi leggiamo la realizzazione della rigenerazione di Giacobbe infatti Dio cambiò la sua vita facendolo diventare padre di una moltitudine di nazioni.

Ezechiele 37.11-14 11 Egli mi disse: «Figlio d’uomo, queste ossa sono tutta la casa d’Israele. Ecco, essi dicono: “Le nostre ossa sono secche, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti!” 12 Perciò, profetizza e di’ loro: Così parla il Signore, DIO: “Ecco, io aprirò le vostre tombe, vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi ricondurrò nel paese d’Israele. 13 Voi conoscerete che io sono il SIGNORE, quando aprirò le vostre tombe e vi tirerò fuori dalle vostre tombe, o popolo mio! 14 E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vostro suolo, e conoscerete che io, il SIGNORE, ho parlato e ho messo la cosa in atto”, dice il SIGNORE».

Un intero popolo venne rigenerato perché Dio lo aveva stabilito. Solo Dio può riportare alla vita ciò che è morto perché solo Lui è l’autore della vita. Dio parlò al profeta infatti ricordiamoci che Lui non fa nulla senza i suoi uomini. Per fare uscire le persone dalle “tombe spirituali” è fondamentale che la chiesa e che ognuno di noi collabori con Dio affinchè tutto ciò che è sterile ed arido torni alla vita.

Ci sono tre tempi specifici nella vita dell’uomo: kronos, kairos e pleroma.  Il kronos lavora con la fede, il kron è il tempo che viviamo nel naturale ed è qui che Dio mette in crisi la nostra fede. Tra il kronos e il pleroma c’è il kairos che è il tempo della confessione profetica. Dobbiamo essere parte attiva del risveglio, è tempo di agire e di collaborare con quello che Dio dice. Dobbiamo dichiarare se vogliamo vedere che che le cose attorno a noi accadono veramente.

I nostri cuori devono essere consacrati a Dio perché Lui vuole usarci per risvegliare altre persone. Giovanni Battista probabilmente poteva sembrare strano perché profetizzava in un deserto ma lui stava collaborando con Dio ,era nel kairos ma dopo avvenne che tantissime persone accorsero a lui.

Isaia 40.3 La voce di uno grida: «Preparate nel deserto la via del SIGNORE, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio!

Isaia non visse nel tempo di Giovanni Battista ma Dio parlò perché sapeva che un giorno un uomo sarebbe stato mandato nel deserto per preparare una via perché Dio vive nell’eternità e sa che tutto quello che ha deciso per certo accadrà. Il messaggero stava preparando la via del Signore in un deserto, questo significa che Dio ci sta chiamando in un deserto per preparare una via ossia riportare la vita, portando il risveglio facendo conoscere a tante persone ed a tante famiglie.

Luca 3.1-4  Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, quando Ponzio Pilato era governatore della Giudea, ed Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell’Abilene, 2 sotto i sommi sacerdoti Anna e Caiafa, la parola di Dio fu diretta a Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3 Ed egli andò per tutta la regione intorno al Giordano, predicando un battesimo di ravvedimento per il perdono dei peccati, 4 come sta scritto nel libro delle parole del profeta Isaia: «Voce di uno che grida nel deserto: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri.

Quando Dio parlò ad Isaia gli parlò nel kronos e poi lui iniziò a profetizzare nel kairos ma l’adempimento arrivò secoli dopo. la voce di Dio fu indirizzata a Giovanni Battista mettendo in atto quello che era stato detto secoli prima questo perché quando Dio parla, lui ha già stabilito il tempo dell’adempimento.

Succederà sulla terra solo ciò che Dio ha stabilito nei cieli. Dobbiamo collaborare con Dio per vedere realizzato sulle terra ,in questo tempo specifico, in questa stagione in questa generazione ciò che Lui ha stabilito.

Salmo 126.1-6 Quando il SIGNORE fece tornare i reduci di Sion, ci sembrava di sognare. 2 Allora spuntarono sorrisi sulle nostre labbra e canti di gioia sulle nostre lingue. Allora si diceva tra le nazioni: «Il SIGNORE ha fatto cose grandi per loro».
3 Il SIGNORE ha fatto cose grandi per noi, e noi siamo nella gioia. 4 SIGNORE, fa’ tornare i nostri deportati, come torrenti nel deserto del Neghev. 5 Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia. 6 Se ne va piangendo colui che porta il seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia quando porterà i suoi covoni.

Continuiamo a seminare anche se non vediamo nulla perché il deserto fiorirà e tutto ciò che sembrava impossibile diventerà possibile, è tempo di risveglio e tutto tornerà a prendere vita!