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LA PREGHIERA CHE APRE I CIELI: CHIAVE DEL RISVEGLIO
Past.Evangelista Heros Ingargiola
Il rhema per questo nuovo anno è: la preghiera che apre i cieli, il fulcro del tema trae origine dall’episodio del profeta Elia che ritornò a pregare affinchè il cielo desse nuovamente la sua pioggia dopo tre anni e sei mesi di siccità e carestia.
Giacomo 5.18 Pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia, e la terra produsse il suo frutto.
Se vogliamo vedere le cose cambiare nella nostra vita è fondamentale pregare, spesso accade che quando non vediamo l’adempimento alle nostre richieste ci scoraggiamo ma Dio ci esorta a perseverare nella preghiera.
Il termine pregò di nuovo significa: fare nuovamente l’azione e picchiare con la mano più volte. Elia picchiò con la sua mano il cielo e la settima volta vide l’adempimento, questo ci fa comprendere che dobbiamo pregare fino a quando non vediamo la promessa realizzata.
La chiesa ha la responsabilità di tornare a pregare affinchè possiamo vedere il risveglio.
Pregare è sicuramente un prezzo che dobbiamo pagare affinchè vediamo l’adempimento alle nostre preghiere.
Dio resiste ai superbi, agli orgogliosi cioè a coloro che vogliono mettersi al di sopra di Lui e pensano di sapere tutto e di non avere bisogno di nessuno. L’attitudine dell’orgoglio fu quella di Adamo ed Eva.
I Pietro 5.5 Similmente voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Sì, sottomettetevi tutti gli uni agli altri e rivestitevi di umiltà, perché Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili.
Non dobbiamo innalzarci da noi stessi o volere che siano gli uomini ad innalzarci piuttosto dobbiamo essere umili e questo renderà felici il nostro Padre celeste.
Quando Dio resiste agli orgogliosi significa che si oppone e che chiuderà i cieli.
Se desideriamo avere una grazia maggiore è necessario lavorare nel nostro cuore ed avere un’attitudine di umiltà.
II Cronache 7.14 se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie, io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese.
Com’è possibile che tante persone pregano ma non ottengono mai risposta e non vengono esauditi? Dio non ascolta le preghiere che non sono fatte in accordo alla sua volontà, che sono fatte da coloro che vivono nel peccato, nell’orgoglio, nell’egoismo.
Dio desidera ascoltare le preghiere dei suoi figli quindi dobbiamo analizzare la nostra vita e comprendere la motivazione per la quale non vediamo l’esaudimento
Isaia 59.1-2 Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire;ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto.
Quando si pensa al peccato vengono alla mente i peccati più eclatanti come aduleterio, fornicazione, deviare dalla Parola di Dio ma dobbiamo comprendere che il termine peccato significa mancare il bersaglio quindi tutte quelle volte che non centriamo l’obiettivo di Dio significa che stiamo peccando, anche non pregare è peccato. Il peccato crea una separazione tra noi e Dio, si alza un muro che impedisce a Dio di poterci ascoltare e quindi esaudirci. Il peccato crea sempre delle conseguenze; quando chiediamo perdono Dio ci perdonerà ma ci saranno delle conseguenze per questo dobbiamo bloccare il peccato nella nostra vita.
Nel verso di II cronache il verso inizia con “se” questo è un condizionale e ciò implica una conseguenza.
L’umiltà è il carattere di Cristo.
Proverbi 15.33 Il timore dell’Eterno è un ammaestramento di sapienza, e prima della gloria c’è l’umiltà.
Il termine gloria si riferisce all’onore cioè essere onorati. Se vogliamo essere onorati da Dio dobbiamo umiliarci.
Cos’è l’umiltà? È un’attitudine di cuore, è l’abilità a lasciarsi guidare, insegnare.
Dobbiamo essere umili come le pecore che seguono il loro pastore con timore e ascoltano la sua voce e non essere orgogliosi come le capre che al contrario delle pecore vogliono essere seguite dal pastore e sono indipendenti.
Proverbi 22.4 Il frutto dell’umiltà e del timore del SIGNORE è ricchezza, gloria e vita. Ricchezza, gloria e vita abbondante sono i premi dell’umiltà. Non è il sacrificio dell’uomo che lo porta alla ricchezza ma è la benedizione di Dio che lo arricchisce.
Colossesi 3.12 Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza.
Un pezzo del vestito del nostro uomo interiore è composto dall’umiltà. L’umiltà ci fa distinguere tra le persone.
Il primo passo che Dio chiede di fare in II cronache non è pregare e cercare la sua faccia ma umiliarsi, rompere il proprio “io” e il proprio carattere e questo ci permetterà di diventare simili a Gesù.
L’umiltà ci aiuta ad avere più fiducia in Dio che in noi stessi.
L’umiltà ci farà distaccare dal sistema di questo mondo per connetterci ai principi del regno di Dio. Quando siamo coinvolti dal sistema di questo mondo vedremo che il nostro modo di parlare, di pensare e di agire ne sarà influenzato. Se riusciamo a distaccarci dal sistema di questo mondo diventeremo agenti del cambiamento della nostra vita.
A coloro che sono umili Dio offre una chiave per accedere alla benedizione ad al successo in ogni area della propria vita.
Filippesi 2.5-9 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente, ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome. Gesù ha sperimentato nella sua vita l’umiltà, Lui abbassò se stesso perciò Dio lo ha innalzato. L’umiltà ci promuove in una posizione in cui possiamo parlare ed ascoltare.
Mosè fu l’uomo più mansueto sulla faccia della terra e fu uno dei pochi uomini che parlò con Dio faccia a faccia, poteva sentire l’alito di Dio e viceversa.
Dio non può parlare con persone superbe ed orgogliose e quando viviamo in questa condizione il nome di Dio perde credibilità nella nostra vita.
Analizziamo la nostra vita, ritorniamo a Dio con tutto il nostro cuore e studiamoci di crescere nell’umiltà perchè questo ci permetterà di essere ascoltati da Dio e vedere l’esaudimento alle nostre preghiere.