Worship service 09.12.2018

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COME UNA FRECCIA APPUNTITA

Pastore Luisa Belmonte

Negli ultimi tempi l’umanità sta fronteggiando con problemi di vario genere: sociali, economici, politici e la chiesa come ogni figlio di Dio deve essere come una freccia appuntita per andare a colpire le opere del nemico ma per centrare anche gli obiettivi e le promesse che Dio ci ha dato. Ciò che esce dalla nostra bocca deve essere un decreto.
Isaia 49.2 Egli ha reso la mia bocca come una spada tagliente, mi ha nascosto nell’ombra della sua mano; ha fatto di me una freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra.
Noi siamo stati chiamati a cambiare le sorti della nostra generazione, Dio ci ha scelto affinchè ogni parola che viene pronunciata dalla nostra bocca possa essere esaudita e possa colpire il bersaglio. Quando comprendiamo realmente chi siamo in Cristo comprenderemo altresì l’importanza della preghiera, essa verte su due aspetti: la preghiera devozionale in cui hai intimità con Dio e la preghiera per cambiare le circostanze.
Esoso 33.11 Or il SIGNORE parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico; poi Mosè tornava all’accampamento; ma Giosuè, figlio di Nun, suo giovane aiutante, non si allontanava dalla tenda.
Mosè amava stare alla presenza di Dio e Giosuè osservava questo con ammirazione.
Nella preghiera ci devono essere due momenti, quello in cui adori Dio e stai con Lui in intimità e quello in cui devi prendere le frecce nel mondo spirituale e lanciarle cioè fare dei decreti di fede per vedere le situazioni cambiare.
Marco 11.24 Perciò vi dico: tutte le cose che voi domanderete pregando, credete che le avete ricevute, e voi le otterrete.
Giacomo 5.16 Confessate I vostri falli gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, affinché siate guariti; molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia.
La nostra preghiera è una freccia appuntita, dobbiamo reclamare e confessare le promesse che Dio ci ha fatto ricordandoci che nella preghiera c’è una grande potenza. Nel nome di Gesù c’è l’autorità e la potenza per vedere le circostanze cambiare.
La nostra fede è come un decreto di guerra contro il nemico ed ha la potenza di cambiare il corso naturale degli eventi.
A Dio piace quando la nostra vita è basata sulla fede e non sulle lamentele o sull’incredulità, infatti Dio non agisce secondo il nostro bisogno ma per la nostra fede. Se forse stiamo attraversando il momento più brutto della nostra vita, non vediamo più una via d’uscita e crediamo che non ci sia speranza, ricordiamoci che Dio è potente da tirarci fuori dai problemi trasformando ogni situazione negativa.

Luca 8.43-48 E una donna, che aveva un flusso di sangue da dodici anni ed aveva speso con i medici tutti i suoi beni senza poter essere guarita da alcuno, si avvicinò di dietro e toccò il lembo del suo vestito, e in quell’istante il suo flusso di sangue si arrestò. E Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Siccome tutti lo negavano, Pietro e coloro che erano con lui dissero: «Maestro, le folle ti stringono e ti premono e tu dici: “Chi mi ha toccato?”». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato, perché ho sentito che una potenza è uscita da me». Allora la donna, vedendo che non era rimasta inosservata, venne tutta tremante e, gettandosi ai suoi piedi, gli dichiarò in presenza di tutto il popolo per quale motivo lo aveva toccato e come era stata guarita all’istante. Ed egli le disse: «Fatti animo, figliola; la tua fede ti ha guarita; va’ in pace!».
La donna dal flusso di sangue rappresenta una condizione della nostra vita che non cambia da tanto tempo. Quella donna era impura secondo la legge di Mosè, non poteva avvicinarsi a persone o cose, stava vivendo nell’isolamento, era dietro a tutta la folla ma ebbe il coraggio di sfidare la credenza degli uomini ed anche il suo stesso corpo e di andare contro le circostanze.
Matteo 9.21 Perché diceva fra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare la sua veste, sarò guarita». Lei toccò il Maestro Gesù con fede, riconobbe che solo Lui era in grado di cambiare il corso della

sua vita; la donna dal flusso di sangue fu una freccia tirata con fede per raggiungere il suo obiettivo che era la guarigione.
Non guardiamo agli ostacoli che ci impediscono di andare a Gesù ma andiamo avanti perchè Lui ci sta chiamando ad avere una fede coraggiosa.
In questo episodio della scrittura il termine toccatolo dall’originale aptomai significa allacciarsi, aderire, aggrapparsi a. La donna si aggrappò a Gesù con fede e oggi Dio ci sta chiamando a non guardare quanto sono grandi i problemi ma a guardare a quanto Lui è grande e potente da poterli cambiare se solo noi riponiamo in Lui la fede.
Matteo 21.19-22 E vedendo un fico lungo la strada, gli si avvicinò, ma non vi trovò nulla se non delle foglie; e gli disse: «Non nasca mai più frutto da te in eterno!». E subito il fico si seccò. E, vedendo ciò, i discepoli si meravigliarono e dissero: «Come mai il fico si è seccato all’istante?». E Gesù, rispondendo, disse loro: «In verità vi dico che se avete fede e non dubitate, non solo farete ciò che io ho fatto al fico, ma se anche diceste a questo monte: “Levati di lì e gettati nel mare”, ciò avverrà. E tutto ciò che chiederete in preghiera, avendo fede, lo otterrete».
Più grandi sono le tempeste che affrontiamo più grande deve essere la nostra fede per appoggiarci a Gesù.
Noi siamo essere spirituali e come tali dobbiamo fare decreti nel mondo spirituale per vedere le circostanza cambiate.
Come nell’episodio del fico anche altre scritture ci presentano la relazione tra il tocco di Gesù e l’immediatezza della risposta.
Matteo 8.14 Poi Gesù, entrato nella casa di Pietro, vide che la suocera di lui era a letto con la febbre. Ed egli le toccò la mano e la febbre la lasciò; ed ella si alzò e prese a servirli.
Luca 4.39 Ed egli, chinatosi su di lei, sgridò la febbre e questa la lasciò; ed ella, alzatasi prontamente, si mise a servirli.
Quanto tempo dobbiamo aspettare per l’esaudimento delle nostre preghiere? Ora è il tempo.

Matteo 8.1-3 Ora, quando egli fu sceso dal monte, grandi folle lo seguirono. Ed ecco, un lebbroso venne e l’adorò, dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi mondarmi». Gesù, distesa la mano, lo toccò dicendo: «Sì, io lo voglio, sii mondato». E in quell’istante egli fu guarito dalla sua lebbra.
Nei momenti più difficili della nostra vita dobbiamo prima di ogni cosa adorare Gesù, stare con Lui come fece il lebbroso.
Quando Gesù toccava le persone era per fargli comprendere il Suo amore quindi si instaurava un legame d’amore, di riposo, di fiducia. Il tocco di Gesù cambia la nostra vita.
A volte dobbiamo essere noi ad andare a Gesù proprio come fece la donna dal flusso di sangue ma altre volte, quando noi siamo senza forze, scoraggiati, è Gesù stesso che viene a noi.
Luca 6.19 E tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una potenza che guariva tutti. Tutti volevano toccare Gesù perchè da Lui usciva potenza e anche oggi se andiamo a Lui saremo toccati dalla sua potenza che trasformerà la nostra vita.

II Cronache 7.14 se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e torna indietro dalle sue vie malvagie, io ascolterò dal cielo, perdonerò il suo peccato e guarirò il suo paese.
Forse il nostro nome non è considerato per la società o per coloro che ci circondano ma dobbiamo ricordarci che noi siamo stati chiamati con il nome di Gesù, noi siamo parte della sua famiglia e abbiamo un valore. Se riconosciamo che siamo una stirpe eletta, un regale sacerdozio, un popolo appartato per Dio allora vederemo le circostanze cambiare e saremo come una freccia appuntita in grado di raggiungere ogni obiettivo e di riprendere ogni cosa che il nemico ci ha rubato. Andiamo a Gesù con fede e vedremo la vittoria in ogni area della nostra vita.