Pastore Heros Ingargiola – L’IMPORTANZA DELLA CHIESA LOCALE (PT. 4)
In queste ultime settimane, il tema della chiesa locale è stato oggetto di particolare attenzione ed oggi ancor di più, per la stretta relazione che esso ha con il modo di vedere e vivere la famiglia secondo il disegno del Padre. La chiesa locale funziona come una famiglia naturale.
Purtroppo per , l’orizzonte culturale dominante nel quale si pone la famiglia è sempre più confuso, si moltiplicano i modelli di famiglia tanto da generare disorientamento e disordine nella vita delle persone. Il modello tradizionale di famiglia è considerato obsoleto. Per questo è necessario attraverso la parola di Dio verificare che ognuno di noi abbia una chiara e sana immagine della famiglia così come Dio l’ha progettata: un modello di relazione composto da un uomo e una donna, a cui è stata data la facoltà di moltiplicarsi e creare legami di amore, accettazione e sacrificio.
Questa visione è valida anche per la chiesa locale. C’è un solo modello: due genitori spirituali a cui è stata data l’abilità di moltiplicarsi e prendersi cura delle persone che Dio gli ha affidato per educarli e sostenerli affinché diventino uomini e donne mature spiritualmente e siano in grado a loro volta di essere prima figli e poi genitori spirituali.
Marco 3:31 “ Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. 32 Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». 33 Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». 34 Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! 35 Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».”
In questo episodio, Gesù, annuncia e rivela in modo profetico la nascita della famiglia spirituale cioè della chiesa locale. Ma la profonda crisi che l’istituzione della famiglia sta attraversando mette in evidenza come il nemico vuole distruggere, producendo false idee e convinzioni, l’immagine e il ruolo della famiglia sia naturale che spirituale.
Molti sono convinti di essere parte di una chiesa seguendo i culti attraverso le dirette on line ma farne parte significa avere un luogo dove poter svolgere un ruolo e una funzione, contribuendo così attivamente alla sua crescita. La stessa cosa accade in una famiglia naturale: tutti vivono insieme ed in quel luogo, proprio in quelle quattro mura si sviluppano le relazioni e i ruoli per contribuire al benessere di tutti.
E’ fondamentale che ognuno di noi inizi a comprendere il proprio ruolo e il proposito di Dio all’interno della propria chiesa locale.
Genesi 2.18 “Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile”
Dio ha stabilito un ordine nella famiglia ed è importante che le nuove generazioni lo imparino e ne comprendano già le dinamiche all’interno della propria famiglia naturale.
La donna è stata creata per l’uomo e per essere una fonte di aiuto e di sostegno . L’uomo, invece è stato creato per Dio, per avere comunione con Lui e trasmettere l’amore di Dio.
Sebbene, l’uomo e la donna hanno la stessa dignità, sono proprio i ruoli a renderli diversi, unici e complementari: l’uomo è l’autorità stabilita da Dio nella famiglia e a Lui dovrà dare conto delle decisioni e di come avrà amministrato la propria famiglia, invece la donna dovrà essere di supporto ed incoraggiamento al marito.
L’ordine che Dio ha stabilito per la famiglia (sia spirituale che naturale) si può realizzare attraverso il rispetto dei ruoli e seguendo tre fondamentali priorità:
- l’amore: in una famiglia ci deve essere la manifestazione dell’amore di Dio, la cui massima espressione è il sacrificio, il donarsi incondizionatamente all’altro. Ma l’amore richiede anche il sapersi esprimere attraverso atteggiamenti di affetto, di tenerezza, di comprensione , di incoraggiamento e di apprezzamento. Cosa ne vale esserti sacrificato tutto il giorno per il lavoro e poi non saper manifestare l’ amore e l’affetto verso la tua famiglia?;
- l’unità: in una famiglia si crea e si costruisce tale vincolo. Dove c’è l’unità c’è la benedizione e la manifestazione dello Spirito Santo. Un nemico dell’unità è la competizione che deriva da una debole identità in Cristo. L’unica persona con cui devi gareggiare, competere è te stesso. Non devi sforzarti per dimostrare che sei il migliore. Devi migliorarti, non paragonarti perché solo così scoprirai in modo autentico il proposito di Dio nella tua vita.
- l’onore: onorare significa fare e dire del bene degli altri, ma anche rispetto e riverenza. Alcuni credenti vogliono essere onorati ma non onorano. La Bibbia dice di fare a gara nell’onore. Altri ancora, invece, pregano Dio ma sono scarsi di riverenza. Gesù ha onorato il padre adempiendo perfettamente lo scopo per il quale era stato mandato. Onorare significa anche adempiere la delega che ti è stata assegnata, il compito che ti è stato dato all’interno del Corpo di Cristo.
Giovanni 10.11 “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12 Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13 perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14 Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così 15 come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16 E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.”
La chiesa oltre a rappresentare la famiglia è anche il gregge del Signore.
In questi versi, Giovanni cattura, attraverso le immagini del Buon Pastore e del Mercenario, le caratteristiche per eccellenza che dovrebbe avere chi esercita il ministero pastorale secondo il modello di Gesù. Come si può riconoscere un buon pastore? E’ un buon pastore colui che conosce le proprie pecore cioè le proprie anime ed è disposto a dare la propria vita, a curarle, a proteggerle, a raccoglierle se si allontanano. Invece, il mercenario, sembra un pastore ma non lo è, è colui che disperde e non depone la sua vita per le pecore, ma le da per salvare la propria.
Se tu non hai un pastore, se non hai un ovile dove radunarti e non sei sotto il manto ministeriale di un pastore, sei sotto l’influenza del “mercenario” ci è di una falsa guida che ti allontana dalla verità e dalla benedizione di essere parte di una chiesa locale. Sei in pericolo, la protezione è dentro la casa, nell’ovile. Non fuori.
Gesù che è il Buon Pastore, è venuto non solo per gli Ebrei ma per tutta l’umanità, per riportare i dispersi in un unico gregge. Il disegno del Padre è un solo gregge ma con pecore diverse. La bellezza e la potenza dell’unità è la diversità. Il tuo essere diverso da me deve essere una benedizione, non un motivo di divisione. Infatti, unità non significa uguaglianza. L’unica omologazione dobbiamo averla nell’amore, nella fede e nell’onore.
1 Pietro 5.8 “Siate sobri, vegliate, perché il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare”
Salmo 91.3 “Certo egli ti libererà dal laccio dell’uccellatore e dalla peste mortifera.”
2 Corinzi 11.14 “E non c’è da meravigliarsi, perché Satana stesso si trasforma in angelo di luce.”
Pietro, esorta la chiesa a vegliare e a non rimanere indietro o fuori dall’ovile. I tre versi citati suggeriscono diverse immagini del nemico: il leone, l’uccellatore e l’angelo di luce. Il nemico può spaventarti come un leone, o lavorare silenziosamente come un uccellatore facendo di tutto per allontanarti dal gregge con pensieri e bugie, o ancora può apparire nella tua vita come un angelo di luce che insinuando false verità vuole portarti alla deriva, in un luogo solitario.
Se tu sei una pecora ferita, scoraggiata, sola, ritorna sotto la protezione del Buon Pastore.
E’ tempo di ritornare a casa.