I DONI DI FUNZIONE NEL CORPO DI CRISTO 4^ parte
Past.Evangelista Heros Ingargiola
La chiesa di Cristo deve conoscere i doni che Dio ha distribuito e non deve rimanere nell’ignoranza perchè essa genera confusione e non ci permette di afferrare le promesse di Dio.
I Corinzi 12.1ora,fratelli non voglio che siate nell’ignoranza riguardo ai doni spirituali.
Osea 4.6 Il mio popolo perisce per mancanza di conoscenza. Poiché tu hai rifiutato la conoscenza, anch’io ti rifiuterò come mio sacerdote; poiché tu hai dimenticato la legge del tuo DIO, anch’io dimenticherò i tuoi figli.
L’ignoranza è un peccato ed è distruttiva al contrario la conoscenza ci permette di essere protetti e di non deviare dalla volontà di Dio.
La donna samaritana prima di conoscere Gesù credeva di potere soddisfare i suoi bisogni con l’amore degli uomini ma dopo il suo incontro con Gesù, Egli le fece comprendere che solo Lui poteva darle quell’acqua che l’avrebbe dissetata per sempre e ciò le fece afferrare la vita eterna.
La Bibbia ci insegna che ogni essere umano ha dei talenti naturali ma i figli di Dio oltre ad avere questi talenti hanno anche quelli carismatici e spesso Dio trasforma i talenti naturali in spirituali e così essi diventano fonte di benedizione per il corpo di Cristo.
Esistono tre categorie di doni: carismata, domata e motivazionali.
Quando lo Spirito Santo scese nel giorno di Pentecoste portò i doni e in quel giorno la chiesa prese forma del corpo di Cristo.
Dio Padre ordina che ci siano i doni nella chiesa, Gesù li dona alla chiesa e lo Spirito Santo li distribuisce come Lui vuole per l’utilità comune.
I Corinzi 12.4-11 Or vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito. Vi sono anche diversità di ministeri, ma non vi è che un medesimo Signore. Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti.Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune. A uno infatti è data, per mezzo dello Spirito, parola di sapienza; a un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di conoscenza; a un altro fede, dal medesimo Spirito; a un altro doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro potere di compiere potenti operazioni; a un altro profezia; a un altro discernimento degli spiriti; a un altro diversità di lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Or tutte queste cose
le opera quell’unico e medesimo Spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole.
Dobbiamo comprendere che i doni non sono nostri ma sono frutto della grazia di Dio. Efesini 4.11-12 Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero e per l’edificazione del corpo di Cristo.
Lo Spirito Santo opera anche attraverso i doni e noi dobbiamo collaborare con Lui.
Come possiamo collaborare? Cercando la manifestazione dei doni per l’utilità comune infatti dobbiamo modificare la nostra mentalità che pensa solo al singolo e proiettarci ed agire per la squadra quindi per il corpo di Cristo. Lavorando in sinergia sotto l’impulso dello Spirito Santo portiamo vita al corpo di Cristo. L’obiettivo dei doni non è quello di mettere in mostra noi stessi ma serve per l’edificazione e la crescita degli altri.
I requisiti per ricevere i doni:
• essere nati di nuovo in Cristo. Quando avviene questo veniamo inseriti nel corpo di Cristo, quindi nella chiesa e allora potremo collaborare attraverso i doni che Dio ci ha dato;
• credere nei doni spirituali. Se non crediamo siamo nell’ignoranza e non funzioneremo nel ruolo che Dio ci ha affidato;
• essere bramosi e volenterosi;
• pregare per avere i doni;
• essere disponibili a farli operare. Non è necessario avere una posizione per vedere i doni in
manifestazione ma bisogna avere solo la consapevolezza del dono, usandolo comunque nell’ordine di Dio.
Analizziamo adesso il dono di misericordia, chiamato anche dono di pietà o virtù. La misericordia è un sentimento di intima compassione verso le persone che soffrono e questo è il sentimento che nutre Dio verso tutti coloro che soffrono. Nel nuovo testamento vediamo la misericordia che si trasforma in compassione; la misericordia è il sentimento invece la compassione è la misericordia in azione. Dio non ci richiede sacrifici ma misericordia. Ricordiamo a questo proposito la parabola del buon samaritano, il sacerdote passò oltre a quell’uomo che era nel bisogno ma quando passò il samaritano ( i samaritani erano fuori dal patto) ne ebbe compassione e lo aiutò. La chiesa di Cristo non deve essere indifferente al bisogno dell’umanità e deve fare conoscere Gesù Cristo che è l’unica soluzione capace di risolvere ogni problema.
Luca 10.37 E quello disse: «Colui che usò misericordia verso di lui». Gesù allora gli disse: «Va’ e fa’ lo stesso anche tu».
Quando la misericordia si trasforma in compassione, quindi in azione possiamo fare comprendere agli altri che abbiamo questo dono.
Marco 10.47 Or avendo udito che chi passava era Gesù il Nazareno, cominciò a gridare e a dire:
«Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Salmo 112.5 Sarà felice l’uomo che usa misericordia e dà in prestito, e dirige i suoi affari con giustizia.
Chi mostra misericordia è felice perchè gli altri vengono benedetti.
II Corinzi 1.3 Benedetto sia Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre delle misericordie e il Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione affinché, per mezzo della consolazione con cui noi stessi siamo da Dio consolati, possiamo consolare coloro che si trovano in qualsiasi afflizione.
Chi ha il dono di misericordia è sempre pronto ad aiutare gli altri in modo pratico.
Dio usò il dono di misericordia di Epafrodito per sostenere il ministero di Paolo e affinchè questo potesse andare avanti.
Dono di organizzazione o dono di guida. Chi ha questo dono deve sapere amministrare, guidare e deve sapere dove andare e chi seguire, infatti chi ha il dono di organizzazione è sempre a fianco dei ministeri per questo è fondamentale che cammini in completa sottomissione.
Chi ha questo dono:deve dare l’esempio agli altri come Gesù che venne sulla terra per servire e non per essere servito; deve camminare nei principi e nelle regole del regno affinchè ci sia ordine. Vivere nella confusione porta disordine e mancanza di pace.
I Pietro 5.1-4 Esorto gli anziani che sono fra voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sono anche partecipe della gloria che dev’essere rivelata: 2 pascete il gregge di Dio che è fra voi, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, non per avidità di guadagno ma di buona volontà, e non come signoreggiando su coloro che vi sono affidati, ma essendo i modelli del gregge. E quando apparirà il sommo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce.
Le autorità domata scelgono le persone in base a dei requisiti.
Numeri 11.16-30 Allora l’Eterno disse a Mosè: «Radunami settanta uomini degli anziani d’Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come suoi funzionari; conducili alla tenda di convegno
e là rimangano con te. Io scenderò e là parlerò con te; prenderò quindi dello Spirito che è su di te e lo metterò su di loro, perché portino con te il peso del popolo, e tu non lo porti più da solo. Quindi dirai al popolo: Santificatevi per domani, e mangerete carne, poiché avete pianto agli orecchi dell’Eterno, dicendo: “Chi ci darà carne da mangiare? Stavamo così bene in Egitto!”. Perciò l’Eterno vi darà carne e voi ne mangerete. E ne mangerete, non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni, ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi faccia nausea, poiché avete rigettato l’Eterno che è in mezzo a voi e avete
pianto davanti a lui, dicendo: “Perché mai siamo usciti dall’Egitto?”». Allora Mosè disse: «Questo popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta seicentomila adulti, e tu hai detto: “Io darò loro carne e ne mangeranno per un mese intero!”. Si dovranno scannare per loro greggi e armenti perché ne abbiano abbastanza? O si dovrà radunare per loro tutto il pesce del mare perché ne abbiano abbastanza?». L’Eterno rispose a Mosè: «Il braccio dell’Eterno è forse raccorciato? Ora vedrai se la mia parola si adempirà o no». Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole dell’Eterno; radunò quindi settanta uomini degli anziani del popolo e li pose intorno alla tenda. Allora l’Eterno scese nella nuvola e gli parlò, e prese dello Spirito che era su di lui e lo mise sui settanta anziani; or quando lo Spirito si posò su di loro, profetizzarono, anche se in seguito non lo fecero più.Ma due uomini, l’uno chiamato Eldad e l’altro Medad, erano rimasti nell’accampamento; e lo Spirito si posò anche su di loro; essi erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda; ciò nonostante profetizzarono nell’accampamento. Un ragazzo corse a riferire la cosa a Mosè e disse:
«Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento». Allora Giosuè figlio di Nun, servo di Mosè, uno dei suoi giovani, prese a dire: «Mosè, signor mio, falli smettere!». Ma Mosè gli rispose: «Sei forse geloso per me? Oh, fossero tutti profeti nel popolo dell’Eterno, e volesse l’Eterno mettere il suo Spirito su di loro!».Poi Mosè ritornò nell’accampamento, insieme con gli anziani d’Israele.
In questo episodio Dio dice a Mosè di scegliere settanta uomini fra anziani e principi e Dio prese lo spirito che era su Mosè e lo distribuì ai settanta, ciò significa che chi ha il dono di organizzazione e lavora a fianco dei ministeri deve avere lo stesso spirito delle autorità. Chi amministra non lo fa per se stesso ma lo fa per conto delle autorità e di Dio.
Tito 1.5 Per questa ragione ti ho lasciato a Creta, affinché tu metta ordine alle cose che restano da fare e costituisca degli anziani in ogni città, come ti ho ordinato.
Tito aveva una chiamata come ministero d’aiuto all’apostolo Paolo e fece esettamente come Paolo gli aveva detto, questo ci fa comprendere che quando siamo delegati noi non rappresentiamo noi stessi ma chi ci manda.
Dio ha istituito la chiesa affinchè essa rappresenti il regno dei cieli.
Atti 4.33-37 E gli apostoli con grande potenza rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù; e grande grazia era sopra tutti loro.infatti non vi era alcun bisognoso fra di loro, perché tutti coloro che possedevano poderi o case li vendevano e portavano il ricavato delle cose vendute,e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno, secondo il suo particolare bisogno.Or Iose, soprannominato dagli apostoli Barnaba (che significa: “figlio di consolazione”), levita, originario di Cipro,avendo un campo,lo endette e portò il ricavato e lo depose ai piedi degli apostoli.
Quando i doni funzionano la chiesa viene benedetta.
Atti 13.1 Or, nella chiesa di Antiochia, vi erano profeti e dottori: Barnaba, Simeone chiamato
Niger, Lucio di Cirene, Manaen, allevato assieme a Erode il tetrarca, e Saulo.
Qual’è l’attitudine di chi riceve i doni di funzione?
– Attitudine di fedeltà. I corinzi 4.2 Ma del resto dagli amministratori si richiede che ciascuno sia trovato fedele.
Ebrei 3.1-5 Perciò, fratelli santi, che siete partecipi della celeste vocazione, considerate l’apostolo e il sommo sacerdote della nostra confessione di fede, Gesù Cristo, che è fedele a colui che lo ha costituito, come lo fu anche Mosè in tutta la sua casa. Infatti Gesù è stato ritenuto degno di una gloria tanto più grande di quella di Mosè, quanto maggior gloria ha colui che ha fabbricato una casa della casa stessa. Ora ogni casa è costruita da qualcuno, ma colui che ha fatto tutte le cose è Dio. E Mosè fu veramente fedele nella casa di Dio come servo, per testimoniare delle cose che dovevano essere dette,
Gesù è il sommo sacerdote fedele perchè fino alla fine svolgerà il suo ruolo.
– Attitudine di zelo. Dobbiamo avere zelo per le cose del regno di Dio. Colossesi 4.7-
12Tichico, il caro fratello e fedele ministro e mio compagno di servizio nel Signore, vi farà sapere tutto sul mio stato; io ve l’ho mandato proprio per questa ragione, perché conosca la vostra situazione e consoli i vostri cuori,assieme al fedele e caro fratello Onesimo, che è dei vostri; essi vi faranno sapere tutte le cose di qui.Aristarco, prigioniero con me, vi saluta, assieme a Marco, il cugino di Barnaba (riguardo al quale avete ricevuto istruzioni; se viene da voi, accoglietelo),e Gesù, chiamato Giusto, i quali provengono dalla circoncisione;
questi sono isoli operai nell’opera del regno di Dio, che mi sono stati di conforto.Epafra, che è dei vostri ed èservo di Cristo, vi saluta; egli combatte sempre per voi nelle preghiere, affinché stiate fermi, perfetti e compiuti in tutta la volontà di Dio.
Geremia 48.10 Maledetto colui che compie l’opera dell’Eterno fiaccamente, maledetto colui che trattiene la sua spada dallo spargere il sangue!
– Fare ogni cosa con diligenza. II Corinzi 8.16-23 Ora ringraziato sia Dio, che ha messo nel cuore di Tito la stessa sollecitudine per voi, poiché non solo egli accettò l’esortazione, ma si mise in cammino per venire da voi, spontaneamente e con grande diligenza. Con lui abbiamo mandato il fratello, la cui lode nella predicazione dell’evangelo si è sparsa in tutte le chiese, e non solo questo, ma è anche stato scelto dalle chiese per essere nostro
compagno di viaggio con questo dono che noi amministriamo alla gloria del Signore stesso, come dimostrazione della prontezza del vostro animo, evitando questo: che nessuno ci biasimi in questo generoso dono che è da noi amministrato, avendo cura di agire bene non solo davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini. Or noi abbiamo mandato con loro il nostro fratello, che abbiamo provato spesse volte in molte cose e trovato essere zelante, ma ora è ancora più zelante per la grande fiducia che ha in voi. Quanto a Tito, egli è mio collaboratore e compagno d’opera in mezzo a voi; quanto ai fratelli, essi sono apostoli delle chiese, gloria di Cristo.
Bisogna fare ogni cosa con eccellenza per questo oltre alla fedeltà è importante anche essere abili.
– Avere lo stesso spirito delle autorità. I tessalonicesi 2.1-3 Voi stessi infatti, fratelli, sapete che la nostra venuta fra voi non è stata vana. Ma, dopo aver prima sofferto e aver ricevuto oltraggi a Filippi, come sapete, noi abbiamo avuto il coraggio nel nostro Dio di annunziarvi l’evangelo di Dio in mezzo a tante lotte .La nostra esortazione infatti non procede da inganno, né da motivi non retti, né da frode;
Qando si è sotto il manto ministeriale si riceve la stessa impronta delle autorità.
– La virtù. II Pietro 1.5-7 Anche voi per questa stessa ragione, usando ogni diligenza, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla scenza l’auto-controllo, all’auto-controllo la perseveranza, alla perseveranza la pietà, alla pietà l’affetto fraterno e all’affetto fraterno l’amore.
Investiamo sui doni che Dio ci ha dato, impegnamoci e cresciamo nell’umiltà perchè il fine di tutti i doni è amare Dio e amare gli altri affinchè Dio sia glorificato e possiamo essere di benedizione per il corpo di Cristo.