https://www.facebook.com/PAROLADELLAGRAZIAMILANO/videos/1188723734613422/
L’OPERA DELLO SPIRITO SANTO
Past.Evangelista Heros Ingargiola
Tante persone conoscono Gesù e Dio Padre ma pochi conoscono realmente chi sia lo Spirito Santo, alcuni lo paragonano ad una colomba o alla forza attiva di Dio ma dobbiamo comprendere che Egli è la terza persona della trinità ed è Dio come lo è Gesù ed il Padre. Dio ci ha lasciato lo Spirito Santo affinchè ci guidi, ci conosoli e ci fortifichi. Lo Spirito Santo ha tutte le caratteristiche di una persona, ed anche se è Dio, Egli ha dei sentimenti, delle emozioni infatti gioisce o si rattrista insieme a noi. Tante volte noi credenti agiamo in maniera indipendente e non ci lasciamo guidare e consigliare dallo Spirito Santo.
Un aspetto importante nella vita di ogni credente è essere guidati nel volere di Dio e non nel proprio.
Salmo 95.7 Poich’egli è il nostro Dio,e noi siamo il popolo di cui ha cura,e il gregge che la sua mano conduce.
Essere guidati dallo Spirito Santo è sinonimo di maturità. Lo Spirito Santo ha cura di noi anche se a volte non sentiamo la sua presenza o non vediamo le circostanze cambiare, Egli desidera condurre la nostra vita per questo è necessario abbandonarci a Lui. Non possiamo autogestire la nostra vita vivendo con uno spirito d’indipendenza.
Lo Spirito Santo ci fortifica nelle debolezze, ma quali debolezze? Quelle che confessiamo e per le quali chiediamo aiuto. L’apostolo Paolo non si vergognava delle sue debolezze.
II Corinzi 12.9 ed egli mi ha detto: «La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me.
Molti si vantano dei loro pregi, dei doni, della posizione sociale ma pochi si vantano delle loro debolezze. Le debolezze non vanno coperte e nascoste ma devono essere confessate affinchè lo Spirito Santo ci possa aiutare.
II Corinzi 12.5 Di quel tale mi vanterò; ma di me stesso non mi vanterò se non delle mie debolezze. Anche Adamo si nascose quando peccò ma Dio aveva visto ogni cosa, a volte anche noi copriamo le nostre debolezze e non le confessiamo a Dio e nemmeno alle autorità preposte sulla nostra vita facendo credere che stiamo bene ma in realtà stiamo vivendo nel fallimento in ogni area della nostra vita. Abbiamo bisogno di ammettere chi siamo e comprendere che abbiamo bisogno di cambiare. Adamo diede la colpa ad Eva di ciò che era accaduto ed Eva diede la colpa al serpente( Genesi 3.8-21), non vollero ammettere il loro errore e questo provocò delle conseguenze.
Lo Spirito Santo desidera trasformare le nostre debolezze in un’opportunità per mostrare la sua potenza, la sua grazia e la sua gloria. Se non confessiamo le nostre debolezze rimarremo prigionieri dei nostri errori ma se le confessiamo vedremo la vittoria e lo Spirito Santo potrà trasformarci.
Luca 22.31-34 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli». Pietro gli disse: «Signore, sono pronto ad andare con te in prigione e alla morte». E Gesù: «Pietro, io ti dico che oggi il gallo non canterà, prima che tu abbia negato tre volte di conoscermi». Pietro è l’esempio della persona orgogliosa che si innalza credendo di essere il migliore fra tutti ma a causa del suo orgoglio rischiò di perdere la chiamata di Dio. La vita di Pietro cambiò nel momento in cui ammise i suoi errori.
Giovanni 21.15 Quand’ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore.
L’amore di cui parla Gesù nella domanda che pose a Pietro si riferiva all’amore agapeo, cioè l’amore incondizionato con il quale Dio ama ciascuno di noi. Pietro questa volta era cambiato, non era più orgoglioso ma aveva imparato dai suoi errori ed ammise che l’amore che aveva nei riguardi di Gesù era l’amore fileo. Gesù così la terza volta che gli chiese se lo amasse gli parlò dell’amore fileo per non farlo sentire inferiore. Pietro aveva rinnegato tre volte Gesù e in questi versi leggiamo che Gesù per tre volte lo riabilita. Pietro divenne così equilibrato e non più orgoglioso e quell’esperienza reale di cambiamento gli permise di insegnare ad altri che l’umiltà è la chiave per essere innalzati al tempo opportuno e non l’orgoglio.
I pietro 5.6 Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, affinché egli vi innalzi a suo tempo; Decidiamo di ammettere con umiltà le nostre debolezze, togliamo le maschere dietro le quali nascondiamo i nostri errori affinchè lo Spirito Santo e anche le autorità possano aiutarci e la nostra vita venga così trasformata.