SENZA LA GLORIA DI DIO SIAMO ORFANI
Pastore Heros Ingargiola
Il Signore, attraverso il rhema di quest’anno, “following”, ci sta dicendo di perseverare nel cercare la
Sua gloria.
ESODO 33:18 Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!»
Abbiamo imparato che Mosè fece grande esperienza della potenza di Dio ma nonostante questo
desiderava di più a tal punto da chiedere a Dio: “fammi vedere la tua gloria” cioè l’essenza della
presenza di Dio come abbiamo imparato.
Nel cuore di Dio c’è il desiderio di dimorare in mezzo ai Suoi figli. Egli però non dimora ovunque,
infatti benché sia onnipresente, la manifestazione della Sua presenza non è in ogni luogo. La
manifestazione della Sua presenza arriva solo sui Suoi modelli, per questo abbiamo bisogno di
tornare a quei modelli.
GENESI 3:22, 24 E l’Eterno DIO disse: «Ecco, l’uomo è divenuto come uno di noi, perché conosce il
bene e il male. Ed ora non bisogna permettergli di stendere la sua mano per prendere anche
dell’albero della vita perché, mangiandone, viva per sempre». 23 Perciò l’Eterno DIO mandò via
l’uomo dal giardino di Eden, perché lavorasse la terra da cui era stato tratto. 24 Così egli scacciò
l’uomo; e pose ad est del giardino di Eden i cherubini, che roteavano da tutt’intorno una spada
fiammeggiante, per custodire la via dell’albero della vita.
Il giardino dell’Eden ed era il luogo in cui il Signore incontrava l’uomo. Questo ci mostra che l’uomo
era stato creato per vivere in un habitat specifico cioè alla presenza di Dio, nel luogo in cui Egli arriva.
Il Signore aveva reso il giardino protetto e la Sua gloria era lì. Nel giardino non mancava nulla. Dio
aveva detto all’uomo di custodire l’habitat, ma qualcuno che non sarebbe dovuto entrare arrivò,
cioè lucifero. Come sappiamo egli sedusse la donna e l’uomo dando come risultato il peccato.
Adamo ed Eva onorarono più le proprie scelte e la caduta di lucifero più che onorare le scelte di Dio
e la Sua gloria. Così Dio li ha dovuti mettere fuori da quel giardino. Adamo prima della caduta era un
essere eterno ma dopo la caduta diventò un essere terreno senza gloria. Tutto questo perché il
salario del peccato è la morte cioè la separazione.
In questi versi leggiamo che Dio ha dovuto mandarli via e scacciarli come se Adamo ed Eva non
volessero andarsene dall’Eden. L’uomo sapeva quale gloria c’era in quel giardino. Fu proprio in quel
momento che il rigetto entrò nell’uomo. Non fu Dio a rigettare l’uomo ma fu l’uomo a rigettare il
Signore e per questo attraverso la legge di trasmissione ogni uomo ancora oggi prima di conoscere
Dio ha un senso di rigetto. Gli uomini senza Dio sono orfani. Quando Gesù è venuto sulla terra ha
centrato l’obiettivo. Egli non solo ha dato la Sua vita per i peccatori ma ha anche presentato il Padre
a degli orfani, orfani che avevano perso la loro identità. In tutte le generazioni quello che è visibile è
il bisogno di avere Dio come Padre.
Dio ha messo fuori Adamo ed Eva dal giardino per proteggerli perché in quel giardino c’era l’Albero
della vita. Se loro avessero mangiato di quell’albero avrebbero condannato l’umanità ad essere per
sempre una discendenza di peccatori senza più soluzione. L’uomo aveva perso la possibilità di stare
in un territorio dove c’era la gloria. Ogni volta che l’essere umano si allontana dalla presenza di Dio la
sua condizione peggiora ma il proposito di Dio è riportarci all’origine, riportarci alla gloria.
ROMANI 3:23 tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio
Il peccato ci porta fuori dal proposito originale con Dio, la comunione con Lui si interrompe e
diventiamo meno abili a comprendere i Suoi pensieri. Tutti abbiamo peccato a causa della legge di
trasmissione e abbiamo ricevuto il peccato di Adamo. Ma in Cristo Gesù siamo stati gratuitamente
giustificati. Il piano originale di Dio è sempre stato adottare i figli, fare in modo che tutti i figli orfani
potessero tornare a Lui attraverso il sacrificio di Gesù. La gloria di cui parla questo verso è la gloria
che l’uomo aveva prima della caduta. Gesù si è spogliato della Sua gloria per fare in modo che noi
venissimo rivestiti di giustizia per poter entrare nella gloria del Padre.
Tante volte il popolo d’Israele si allontanò dal Signore e questo capita anche a noi. Quando
camminiamo in modo indipendente non riflettiamo la Sua gloria ma piuttosto quella del peccato.
Quando invece stiamo alla Sua presenza la gloria di Dio lavorerà nella nostra vita e le persone
vedranno l’opera del Signore in noi. Molto spesso Israele non aveva compreso l’amore di Dio per
loro e andavano ad adorare altri dèi e così i nemici avevano la meglio su di loro. Gli altri popoli li
schiavizzavano e li influenzavano. Senza la gloria di Dio e senza la relazione con Dio Padre, torniamo
ad essere orfani
1 SAMUELE 4:21 Al suo bambino mise il nome di Icabod, dicendo: «La gloria si è allontanata da
Israele!», perché l’arca di Dio era stata presa, ed erano morti suo suocero e suo marito. 22 E disse:
«La gloria si è allontanata da Israele, perché l’arca di Dio è stata presa».
In una battaglia i Filistei avevano saccheggiato Israele e avevano preso l’arca, la presenza di Dio.
Questo accadde perché il popolo di Israele era caduto nell’idolatria, erano diventati come orfani, figli
sballottati, fuori dalla gloria di Dio. Questa donna, nuora di Eli, sapendo che Israele aveva perso,
partorì e mise al bambino un nome che significa “trafitta la gloria di Dio”. Israele è figura della
Chiesa. Molte volte ci sono figli di Dio che vivono da orfani non comprendendo quale grande grazia il
Padre ha fatto venendo a loro con una rivelazione quella di essere Padre dei Suoi figli. Se vogliamo
vedere la gloria di Dio dobbiamo tornare ad avere una relazione con Papà, cerando nel luogo in cui
possiamo trovare nostro Padre, nella Sala del Trono, alla Sua presenza. Lo Spirito Santo è lo Spirito
del Padre.
GIOVANNI 14:16,19 e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per
sempre, 17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.
Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. 19
Ancora un po’, e il mondo non mi vedrà più; ma voi mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete.
Ancora una volta l’uomo si sarebbe sentito abbandonato, rigettato e separato dal suo Dio. Così Gesù
tranquillizza l’anima dei Suoi discepoli promettendo loro lo Spirito Santo, lo Spirito del Padre, il
Padre degli orfani. Gesù stava parlando della Sua dipartita e della Sua venuta: noi oggi non lo
vediamo ma possiamo vedere il Suo Spirito e le Sue opere.
Gli orfani sono coloro che hanno perso i genitori o anche uno di essi oppure è come se fossero morti.
Un orfano è lasciato solo ma i figli hanno la presenza del padre. Un orfano ha perso il proprio
modello ma il padre gli insegna ogni cosa. Un orfano non ha un difensore ma i figli hanno un padre
che li protegge. Un orfano ha perso l’occasione di partecipare a una relazione, come Adamo ed Eva
ma i figli hanno sempre la porta della casa aperta. Il bisogno più grande dei figli di Dio è Dio stesso. In
questi tempi Dio riporterà il cuore dei padri ai figli e il cuore dei figli ai padri. La Chiesa e il mondo ha
bisogno di padri. Il rigetto è entrato nel cuore delle persone a motivo del peccato. Ma questo è il
tempo dove Dio sta invitando i Suoi figli a ritornare a casa.