https://www.facebook.com/PAROLADELLAGRAZIAMILANO/videos/1845712952143939/?t=11
I NEMICI DEL SOPRANNATURALE
Past.Evangelista Heros Ingargiola
Dio ha distribuito a ciascuno dei suoi figli una misura di fede e desidera che possiamo investire in essa affinchè possa crescere ed entrare in un livello superiore.
Romani 12.3 Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno.
La fede è uno dei sensi spirituali che ci permette di entrare nella dimensione del soprannaturale, di avere rivelazione e di piacere a Dio.
Cos’è la fede? Il termine fede dal greco pistis significa fiducia incondizionata verso qualcuno.
Maggiore sarà la rivelazione di chi è Dio nella nostra vita maggiore sarà la nostra fede.
La fede è necessaria per vivere in modo soprannaturale e ci permette di afferrare le promesse che
Dio ha fatto a ciascuno di noi, è quindi quella chiave che ci consente di aprire le porte del regno.
Molti credono che la fede serva per il passato ma essa serve per il presente e per il futuro.
I Samuele 7.12 Allora Samuele prese una pietra, la pose tra Mispa e Sen, e la chiamò Eben-Ezer, e disse: «Fin qui il SIGNORE ci ha soccorsi».
Samuele non stava guardando al passato ma pose la pietra per ricordare a tutti che ciò che Dio aveva compiuto nel passato poteva farlo anche nel presente.
Da dove viene la fede? Essa viene dall’udire la parola di Dio rivelata ossia dal rhemata( parola specifica, per una persona specifica e per una situazione specifica) e non dal logos( intera parola di Dio). Per crescere nella fede il nostro desiderio deve essere quello di essere traformati dalla Parola di Dio e non essere semplicemente informati.
Geremia 29.11-14 Infatti io so i pensieri che medito per voi”, dice il SIGNORE: “pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza.Voi m’invocherete, verrete a pregarmi e io vi esaudirò.Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore;io mi lascerò trovare da voi”, dice il SIGNORE. “Vi farò tornare dalla vostra prigionia; vi raccoglierò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho cacciati”, dice il SIGNORE; “vi ricondurrò nel luogo da cui vi ho fatti deportare”.
Quando la nostra fede è in Dio anche la nostra speranza cresce e ciò permette di guardare a noi stessi come dei vincitori.
La fede lavora in dimensioni: Dio ci fa crescere di fede in fede, di valore in valore e di gloria in gloria, infatti tutte le esperienze che abbiamo fatto nel passato ci hanno permesso di crescere nella fede e di affrontare le nuove sfide con una fede più forte.
Romani 4.19-22 Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva quasi cent’anni) e che Sara non era più in grado di essere madre;davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo.Perciò gli fu messo in conto come giustizia.
La fede si basa sempre su una promessa di Dio e non sulle nostre convinzioni personali. Quando siamo pienamente convinti di ciò che Dio ci ha detto, come Abaramo, nessuno può distogliere il nostro sguardo dalle promesse di Dio. Il nemico cercherà sempre di volgere il nostro sguardo verso le circostanze negative che stiamo vivendo perchè il suo scopo è quello di indebolire la nostra fede e farci vacillare; ci sono infatti dei nemici che cercano di mantenerci nella dimensione naturale, allontanandoci così da quella soprannaturale. Perchè il nemico vuole rubare la nostra fede? Perchè in questo modo ruberà la nostra identità di figli di Dio e ci toglierà la possibilità di vedere miracoli nella nostra vita. Se viviamo nella dimensione naturale il nemico ci distrugge ma se viviamo nella dimensione soprannaturale siamo noi a distruggere lui. Il diavolo usò questa tattica anche con Gesù, voleva portarlo nel naturale e voleva mettere in dubbio la sua identità ma Gesù lo portò nel territorio della fede e vinse.
Romani 1.17 poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com’è scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Le prove che affrontiamo ci servono per crescere e per maturare quindi non ci scoraggiamo perchè tutto ciò che Dio ci ha promesso si realizzerà.
I Re 17.8-12 Allora la parola del SIGNORE gli fu rivolta in questi termini: «Àlzati, va’ ad abitare a Sarepta dei Sidoni; io ho ordinato a una vedova di laggiù che ti dia da mangiare». Egli dunque si alzò, e andò a Sarepta; e, quando giunse alla porta della città, c’era una donna vedova, che raccoglieva legna. Egli la chiamò, e le disse: «Ti prego, vammi a cercare un po’ d’acqua in un vaso, affinché io beva». E mentre lei andava a prenderla, egli le gridò dietro: «Portami, ti prego, anche un pezzo di pane». Lei rispose: «Com’è vero che vive il SIGNORE, il tuo Dio, del pane non ne ho; ho solo un pugno di farina in un vaso, e un po’ d’olio in un vasetto; ed ecco, sto raccogliendo due rami secchi per andare a cuocerla per me e per mio figlio; la mangeremo, e poi moriremo».
In questo episodio della scrittura leggiamo che questa vedova stava affrontando una dura prova, non aveva più nulla da mangiare quindi dal punto di vista naturale non aveva più speranze perchè stava guardando la sua circostanza naturale ma Dio le mandò un profeta a chiederle proprio quel poco che le era rimasto, qual’era la motivazione?
I Re 17.13-16 Elia le disse: «Non temere; va’ e fa’ come hai detto; ma fanne prima una piccola focaccia per me, e portamela; poi ne farai per te e per tuo figlio. Infatti così dice il SIGNORE, Dio d’Israele: “La farina nel vaso non si esaurirà e l’olio nel vasetto non calerà, fino al giorno che il SIGNORE manderà la pioggia sulla terra”». Quella andò e fece come Elia le aveva detto; lei, la sua famiglia ed Elia ebbero di che mangiare per molto tempo. La farina nel vaso non si esaurì, e l’olio nel vasetto non calò, secondo la parola che il SIGNORE aveva pronunciata per bocca d’Elia.
Nella vita della vedova era presente una sentenza di morte ma la rivelazione e l’ubbidienza alla parola cambiarono quella sentenza trasformandola in vita e vita in abbondanza. Dio spinse questa donna ad andare oltre il suo limite, ad abbattere ogni schema di razionalità ed a credere nel miracolo potente che Dio poteva fare. Elia le disse: “ non temere”, questo ci fa ricordare il nostro Signore Gesù infatti Lui ci incoraggia sempre ad andare avanti e non avere paura quando arriva una parola che ci spinge ad andare oltre il nostro limite ed a fare ciò che nel naturale non potremmo fare. L’azione di questa donna permise alla circostanza naturale di cambiare, apparentemente sembrava un’azione folle ma in realtà quando crediamo con piena fiducia in ciò che Dio ci dice vedremo le circostanze cambiare in nostro favore e vedremo la nostra fede crescere. Questo ci permetterà di avere una nuova rivelazione di chi è Dio nella nostra vita.
Ci sono dei nemici che cercano di rubare l’opportunità di crescere nella fede:
- Intelligenza naturale. Dio ha dato a ciascuno di noi un’intelligenza. Quando viviamo con l’intelligenza naturale viviamo e pensiamo in modo naturale ma i figli di Dio, che sono essere spirituali, sono chiamati a vivere in modo soprannaturale attraverso l’intelligenza spirituale. L’intelligenza naturale proviene dalla natura adamica ma quella spirituale proviene dalla mente di Cristo. Quando l’intelligenza naturale non si rinnova non cammina nel timore di Dio e porta frutti naturali ma quella spirituale porta frutti eterni.
Numeri 16.16-40 Poi Mosè disse a Core: «Tu e tutta la tua gente trovatevi domani davanti al SIGNORE: tu e loro con Aaronne; e ciascuno di voi prenda il suo turibolo, vi metta dell’incenso, e porti ciascuno il suo turibolo davanti al SIGNORE: saranno duecentocinquanta turiboli. Anche tu e Aaronne prenderete ciascuno il vostro turibolo». Essi dunque presero ciascuno il proprio turibolo, vi misero del fuoco, vi posero sopra dell’incenso, e si fermarono all’ingresso della tenda di convegno; lo stesso fecero Mosè e Aaronne. E Core convocò tutta la comunità contro Mosè e Aaronne all’ingresso della tenda di convegno; e la gloria del SIGNORE apparve a tutta la comunità. Il SIGNORE parlò a Mosè e ad Aaronne e disse: «Separatevi da questa gente e io li consumerò in un attimo». Ma essi si prostrarono con la faccia a terra e dissero: «O Dio, Dio che dai la vita a ogni creatura! Un uomo solo ha peccato, e vorresti adirarti contro tutta la comunità?» E il SIGNORE disse a Mosè: «Parla alla comunità e dille: “Allontanatevi dalla dimora di Core, di Datan e di Abiram”».
Mosè si alzò e andò da Datan e da Abiram; e gli anziani d’Israele lo seguirono. Egli disse alla comunità: «Allontanatevi dalle tende di questi uomini malvagi, e non toccate nulla di ciò che appartiene a loro, affinché non periate a causa di tutti i loro peccati». Così quelli si allontanarono dalla dimora di Core, di Datan e di Abiram. Datan e Abiram uscirono e si fermarono all’ingresso delle loro tende con le loro mogli, i loro figli e i loro bambini. Mosè disse: «Da questo conoscerete che il SIGNORE mi ha mandato per fare tutte queste cose, e che non le ho fatte di testa mia. Se questa gente muore come muoiono tutti gli uomini, se la loro sorte è la sorte comune a tutti gli uomini, il SIGNORE non mi ha mandato; ma se il SIGNORE fa una cosa nuova, se la terra apre la sua bocca e li ingoia con tutto quello che appartiene a loro e se essi scendono vivi nel soggiorno dei morti, allora riconoscerete che questi uomini hanno disprezzato il SIGNORE».
Appena egli ebbe finito di pronunciare tutte queste parole, il suolo si spaccò sotto i piedi di quelli, la terra spalancò la sua bocca e li ingoiò: essi e le loro famiglie, con tutta la gente che apparteneva a Core e tutta la loro roba. Scesero vivi nel soggiorno dei morti; la terra si richiuse su di loro, ed essi scomparvero dal mezzo dell’assemblea. Tutto Israele che era intorno a loro fuggì alle loro grida; perché dicevano: «Che la terra non ingoi anche noi!» Un fuoco uscì dalla presenza del SIGNORE e divorò i duecentocinquanta uomini che offrivano l’incenso.
Poi il SIGNORE disse a Mosè: «Di’ a Eleazar, figlio del sacerdote Aaronne, di tirar fuori i turiboli dall’incendio e di disperdere qua e là il fuoco, perché quelli sono sacri; e dei turiboli di quegli uomini che hanno peccato al prezzo della loro vita si facciano tante lamine battute per rivestirne l’altare, poiché sono stati presentati davanti al SIGNORE e quindi sono sacri; serviranno di segno ai figli d’Israele». Il sacerdote Eleazar prese i turiboli di bronzo presentati dagli uomini che erano stati bruciati, ne fece delle lamine per rivestirne l’altare, e ricordare ai figli d’Israele che nessun estraneo ai discendenti di Aaronne deve accostarsi per ardere incenso davanti al SIGNORE, affinché non gli capiti la sorte di Core e di quelli che erano con lui. Eleazar fece come il SIGNORE gli aveva detto per mezzo di Mosè.
Core faceva parte della tribù di Levi e la sua intelligenza lo portò a vivere nell’errore. Mosè era salito sul monte per ordine di Dio e stava ricevendo le leggi, Core credendo che Mosè non arrivasse più, volse lo sguardo del popolo verso di sè e si mise contro Dio e contro l’uomo di Dio. La caparbietà e la sua voglia di raggiungere il ruolo di sommo sacerdote lo condussero a vivere nell’orgoglio, nella ribellione e nella disubbidienza. L’intelligenza adamica quindi naturale vive sotto l’impulso dell’orgoglio quindi se desideriamo vivere nel soprannaturale dobbiamo mettere l’intelligenza naturale in secondo piano, la nostra priorità devono essere i pensieri di Dio.
- Lo spirito tradizionalista e religioso.
Matteo 16.5-12 I discepoli, passati all’altra riva, si erano dimenticati di prendere dei pani. E Gesù disse loro: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei e dei sadducei». Ed essi ragionavano tra di loro e dicevano: «Egli parla così, perché non abbiamo preso dei pani». Ma Gesù se ne accorse e disse: «Gente di poca fede, perché discutete tra di voi del fatto di non aver pane? Non capite ancora? Non vi ricordate dei cinque pani dei cinquemila uomini e quante ceste ne portaste via? Né dei sette pani dei quattromila uomini e quanti panieri ne portaste via? Come mai non capite che non è di pani che io vi parlavo? Ma guardatevi dal lievito dei farisei e dei sadducei». Allora capirono che non aveva loro detto di guardarsi dal lievito del pane, ma dall’insegnamento dei farisei e dei sadducei.
Lo spirito tradizionalista cerca di bloccarci quando vogliamo entrare nella dimensione del soprannaturale e vuole usare il monopolio della dottrina per tenere bloccato il movimento dello Spirito di Dio. Dio ci ha creato per essere strumenti nelle sue mani e non dei soprammobili.
- Lo spirito di familiarità, esso lavora sempre con lo spirito di incredulità. Questo spirito ci fa vedere l’uomo di Dio in modo naturale.
Matteo 13.53-58 Quando Gesù ebbe finito queste parabole, partì di là. Recatosi nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga, così che stupivano e dicevano: «Da dove gli vengono tanta sapienza e queste opere potenti? Non è questi il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra di noi? Da dove gli vengono tutte queste cose?» E si scandalizzavano a causa di lui.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molte opere potenti.
Quando un uomo di Dio ci dice qualcosa dobbiamo avere il discernimento che Dio sta parlando alla nostra vita. I familiari di Gesù erano scandalizzati e lo disprezzarano, questo può succedere anche a noi perchè le più grandi persecuzioni si vivono proprio in famiglia perchè gli altri ci guardano in modo naturale. Il nemico con lo spirito di familiarità ci ruba le rivelazioni che Dio vuole darci attraverso i suoi uomini.
Non scoraggiamoci a causa di ciò che stiamo vivendo ma cresciamo nella fede e nella consapevolezza che ciò che Dio dice alla nostra vita è anche potente da poterlo compiere. Allontaniamo dalla nostra vita ogni nemico che vuole bloccare la crescita della nostra fede e vuole tenerci bloccati nella dimensione naturale, ricordiamoci che siamo seduti nei luoghi celesti in Cristo e che siamo destinati a vincere e trionfare.