Worship service 25 06 2017

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L’AMORE DI DIO VINCE E CACCIA VIA LA PAURA

Past. Evangelista Heros Ingargiola

Dio desidera mostrare ad ognuno dei suoi figli cose nuove, ma come si evince nei versi rhema del 2017 di I Corinzi 2.9-10, in modo particolare le rivela a chi lo ama. Nell’intimità che stabiliamo con Dio Padre, riceveremo le rivelazioni che Lui vuole darci. Avere intimità con Dio non significa vivere in modo indipendente.

Molti credenti sono bloccati dalla paura e dall’intimidazione e ciò diventa un ostacolo nel potere ascoltare la voce di Dio.

I Giovanni 4.18

Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’amore.

Dio desidera fare crescere nella nostra vita il Suo amore e la rivelazione di esso, affinchè diventi maturo nella nostra vita. Uno degli aspetti che blocca la rivelazione dell’amore di Dio è la paura. Quest’ultima è un sentimento, ma anche un canale che apre la porta al demone della paura.

Quando abbiamo incontrato Cristo per la prima volta nella nostra vita, abbiamo sperimentato la potenza del suo amore: la paura e il senso di condanna hanno lasciato immediatamente la nostra vita. Nel nostro cammino cristiano, nonostante abbiamo vissuto esperienze miracolose, possiamo constatare che la paura a volte ritorna perchè il nemico cerca di distruggere tutto quello che Dio ha compiuto nella nostra vita.

La paura è un seme che il diavolo ha piantato. Quando Adamo ed Eva si trovavano nel giardino dell’Eden non esisteva la paura, ma a causa del peccato si generò un senso di vergogna in loro e si nascosero tra gli alberi del giardino perchè ebbero paura.

Genesi 3.7,10

Allora si aprirono gli occhi ad entrambi e s’accorsero che erano nudi; unirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture.
Egli rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino e ho avuto paura, perché ero nudo, e mi sono nascosto».

Il sentimento della paura, generato dal peccato, si diramò da Adamo ed Eva fino a tutte le generazioni future.

Esoso 3.4-6

 Il SIGNORE vide che egli si era mosso per andare a vedere. Allora Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: «Mosè! Mosè!» Ed egli rispose: «Eccomi». 5 Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro». 6 Poi aggiunse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio d’Abraamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe». Mosè allora si nascose la faccia, perché aveva paura di guardare Dio.

La paura incide in modo negativo nel nostro rapporto con Dio. Con la paura arrivano anche sensi di colpa, condanna, insicurezza, intimidazione. Se viviamo uno stile di vita di paura, si apriranno porte anche al demone della paura. Giobbe affermò che quello che lui temeva, gli accadde. La paura infatti è fede negativa e muove la mano del nemico, al contrario della fede che muove la mano di Dio.

C’è differenza tra timore e paura. Il timore è rispetto riverenziale, questo è quello che noi dobbiamo avere nei confronti di Dio. La paura invece è un sentimento che ti fa essere terrorizzato. La paura ci conduce fuori dalla volontà di Dio, come accadde ad Adamo ed Eva che si ritrovarono fuori dal giardino dell’Eden. Il piano originario che Dio aveva per le sue creature venne distrutto e loro si ritrovarono a fronteggiare con sensi di inferiorità, che li fecero sentire senza valore.

La paura crea fobie, incubi, tormento, pensieri ossessivi e negativi e a volte crea anche blocchi al linguaggio.

Luca 11.14 Gesù stava scacciando un demonio che era muto; e, quando il demonio fu uscito, il muto parlò e la folla si stupì.

Matteo 9.33 Scacciato che fu il demonio, il muto parlò. E la folla si meravigliava dicendo: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele».

La paura ti schiavizza, immobilizza.

Luca 1.67-75 Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo e profetizzò, dicendo:
68 «Benedetto sia il Signore, il Dio d’Israele,perché ha visitato e riscattato il suo popolo,
69 e ci ha suscitato un potente Salvatore nella casa di Davide suo servo,70 come aveva promesso da tempo per bocca dei suoi profeti;71 uno che ci salverà dai nostri nemici e dalle mani di tutti quelli che ci odiano.72 Egli usa così misericordia verso i nostri padri e si ricorda del suo santo patto,73 del giuramento che fece ad Abraamo nostro padre,74 di concederci che, liberati dalla mano dei nostri nemici,lo serviamo senza paura,75 in santità e giustizia, alla sua presenza, tutti i giorni della nostra vita.

I credenti devono servire Dio senza paura, con santità e giustizia. L’obiettivo del nemico è legarci alla paura per non farci entrare nella gioia del Signore e per farci sotterrare i talenti che Dio ci ha dato. L’incoraggiamento che oggi viene dato alla chiesa è di andare a riprendere i talenti che abbiamo sotterrato, affinchè iniziamo a servire Dio ed a trafficare i talenti che Lui ci ha dato per il Suo regno e per la Sua gloria.

La paura ti ruba l’eredità.

I Cronache 4.9-10

Iabes fu più onorato dei suoi fratelli; sua madre lo aveva chiamato Iabes, perché diceva: «L’ho partorito con dolore». 10 Iabes invocò il Dio d’Israele, dicendo: «Benedicimi, ti prego; allarga i miei confini; sia la tua mano con me e preservami dal male in modo che io non debba soffrire!» E Dio gli concesse quanto aveva chiesto.

Iabes, il cui nome significa dolore, poteva decidere di rimanere nello stato in cui si trovava, rimanendo marchiato dalla paura o decidere di dare una svolta alla sua vita. A volte i credenti si ritrovano in questa stessa condizione, marchiati dalle parole che gli altri hanno proferito nella loro vita e diventano schiavi della paura. Non dare valore all’identità negativa che forse gli altri ti hanno dato perchè tu sei prezioso ed hai un valore inestimabile per Dio. Dove gli uomini ti dicono di no, Dio ti dice di si, perchè Lui non guarda come guardano gli uomini.

Giovanni 11.9-16

Gesù rispose: «Non vi sono dodici ore nel giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10 ma se uno cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui». 11 Così parlò; poi disse loro: «Il nostro amico Lazzaro si è addormentato; ma vado a svegliarlo». 12 Perciò i discepoli gli dissero: «Signore, se egli dorme, sarà salvo». 13 Or Gesù aveva parlato della morte di lui, ma essi pensarono che avesse parlato del dormire del sonno. 14 Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto, 15 e per voi mi rallegro di non essere stato là, affinché crediate; ma ora, andiamo da lui!» 16 Allora Tommaso, detto Didimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi, per morire con lui!»

La paura ti fa pensare e interpretare gli eventi in modo errato. Mentre Gesù dichiarava il pensiero del Padre nei confronti di Lazzaro, i discepoli non compresero il Suo pensiero perchè la loro mente non era connessa a quella di Cristo essendo essi influenzati dalla paura.

Lo spirito di paura non ti fa intendere la volontà di Dio e ti ruba le rivelazioni che Dio vuole darti.

Giovanni 11.21-26

21 Marta dunque disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto; 22 e anche adesso so che tutto quello che chiederai a Dio, Dio te lo darà». 23 Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». 24 Marta gli disse: «Lo so che risusciterà, nella risurrezione, nell’ultimo giorno». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?»

 

Lo spirito di paura ti ruba la possibilità di vedere la gloria di Dio, come rubò ad Adamo ed Eva la possibilità di dimorare nella gloria di Dio.

Giovanni 11.35-39

 Gesù pianse.
36 Perciò i Giudei dicevano: «Guarda come l’amava!» 37 Ma alcuni di loro dicevano: «Non poteva, lui che ha aperto gli occhi al cieco, far sì che questi non morisse?»
38 Gesù dunque, fremendo di nuovo in se stesso, andò al sepolcro. Era una grotta, e una pietra era posta all’apertura. 39 Gesù disse: «Togliete la pietra!» Marta, la sorella del morto, gli disse: «Signore, egli puzza già, perché siamo al quarto giorno».

Quando leggiamo che Gesù pianse, questo ci fa comprendere che Dio non è indifferente al nostro dolore. La pietra che era davanti al sepolcro, rappresenta l’ostacolo che ci sarà tra quando Dio decide di fare   il miracolo e quando esso si deve realizzare, per questo noi dobbiamo collaborare con Dio. La pietra rappresenta incredulità, paura, mancanza di speranza. E’ necessario che rimuova la pietra per ritornare alla vita. Lazzaro era già morto da quattro giorni e – secondo gli insegnamenti della legge ebraica – lo spirito rimane nel corpo fino a tre giorni, quindi umanamente era impossibile richiamarlo alla vita. Dio è l’unico che ha l’autorità di riportare alla vita. Ricorda che la fede osa sempre e se tu credi per certo vedrai la gloria di Dio.

Romani 8.28-29 Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno. 29 Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli;

L’amore perfetto di Dio caccia via ogni paura dalla tua vita e ti da la vittoria su ogni difficoltà con la quale ti potrai fronteggiare. Decidi di prendere una posizione di fede contro la paura, riprendi in mano la tua vita e ricomincia a servire Dio con gioia, perchè è tempo di vedere la sua gloria nella tua vita.