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AFFERRARE LA POTENZA DI DIO PER PORTARE FRUTTO
Past.Evangelista Heros Ingargiola
Dio ci ha scelti per portare frutto ma ciò avverrà nella misura in cui avremo una relazione con Dio. Giovanni 15. 1-8 «Io sono la vera vite e il Padre mio è l’agricoltore.Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie via; ma ogni tralcio che porta frutto, lo pota affinché ne porti ancora di più. Voi siete già mondi a motivo della parola che vi ho annunziata. Dimorate in me e io dimorerò in voi; come il tralcio non può da sé portare frutto se non dimora nella vite, così neanche voi, se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla. Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si secca; poi questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e sono bruciati. Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli.
In questo episodio della scrittura si evince il principio della relazione: non ci si può definire discepoli se non si ha una relazione con Dio, per questo dobbiamo essere legati alla vite che è Cristo ma dobbiamo essere anche innestati nel corpo di Cristo per portare frutto. Dio ci chiama a relazionare con Lui e con la chiesa e non ad isolarci.
Giovanni 15.16 Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, e il vostro frutto sia duraturo, affinché qualunque cosa chiediate al Padre nel mio nome, egli ve la dia.
Il motivo per cui Dio desidera che abbiamo una relazione con Lui è perchè vuole vestirci con le sue vesti regali e stabilire in noi un’identità di figli. Quando non relazioniamo con il Padre infatti iniziamo ad avere problemi di autostima e non usiamo l’autorità che Dio ci ha dato al contrario quando stiamo con Lui ci ricordiamo che siamo suoi figli e che insieme a Lui noi abbiamo la vittoria. Dio ci ha costituiti, questo termine dall’originale significa che Dio ci ha eletto, ci ha fatto assumere un ufficio di discepoli, di re e sacerdoti.
Mentre ci adoperiamo per l’opera di Cristo, attraverso una fede attiva e dinamica, il frutto arriverà in automatico e ciò ci porterà a vedere la manifestazione del soprannaturale.
Ebrei 11.6 Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano.
Un discepolo attivo deve altresì avere una fede attiva che afferra ciò che Dio ha preparato. Sin dal principio Dio ha avuto una fede attiva infatti tutto ciò che Lui afferma verbalmente è sempre accompagnato da un’azione.
Gioele 2.18-19 Allora l’Eterno si è mosso a gelosia per il suo paese e ha avuto compassione del suo popolo. L’Eterno risponderà e dirà al suo popolo: «Ecco, io vi manderò grano, mosto e olio e ne avrete a sazietà e non vi renderò più il vituperio delle nazioni.
Il grano rappresenta la Parola di Dio, le chiese devono essere ripiene della Parola rivelata perchè le persone hanno bisogno di conoscere la Verità. Una chiesa ripiena di grano e quindi di Parola porta onore a Dio. Il mosto e l’olio rappresentano l’unzione dello Spirito Santo e ciò testimonia della veridicità della Parola di Dio. Per diverso tempo le chiese hanno avuto paura o timidezza di testimoniare la Parola ma Dio desidera salvare le persone attraverso di noi, come un canale di benedizione nelle sue mani.
Il frutto è una conseguenza soprannaturale della relazione con Dio e della fede dinamica.
Luca 5.16-17 Or un giorno avvenne che, mentre egli insegnava, erano presenti, seduti, dei farisei e dei dottori della legge, i quali erano venuti da tutti i villaggi della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme; e la potenza del Signore era con lui, per compiere guarigioni.
Gesù aveva la chiave per afferrare la potenza del Padre e per testimoniare, cioè pregare. La preghiera devozionale ci dà una ricompensa pubblica attraverso la Sua potenza che ci accompagna per testimoniare di Lui con segni, prodigi e miracoli.
Luca 6.12 Or avvenne in quei giorni che egli se ne andò sul monte a pregare, e passò la notte in
preghiera a Dio.
Tutte le scelte che Gesù faceva erano frutto delle preghiere.
Luca 4.14 E Gesù, nella potenza dello Spirito, se ne ritornò in Galilea e la sua fama si sparse per tutta la regione all’intorno.
Questo è ciò che accadde dopo che Gesù era stato nel deserto invece noi quando siamo nel deserto, quindi in un momento difficile o di prova, ci allontaniamo da Dio, non preghiamo e ci scoraggiamo ma proprio in questi momenti dobbiamo rimanere stabili e cercare di più Dio perchè dopo aver vissuto il deserto saremo cresciuti, approvati, maturati e migliorati.
Luca 4.18 Lo Spirito del Signore è sopra di me, perché mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato per guarire quelli che hanno il cuore rotto, per proclamare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi, per rimettere in libertà gli oppressi.
Gesù sapeva perfettamente che la potenza del Padre era su di Lui. Dove non c’è relazione non c’è soprannaturale. La chiesa deve afferrare la potenza di Dio e camminare nel soprannaturale.
Se non portiamo frutto e vediamo che le cose attorno a noi non cambiano non dobbiamo dare la colpa a Dio ma dobbiamo analizzarci e comprendere che Dio usa proprio le circostanze che stiamo vivendo per poterci cambiare.
Proverbi 11.16 La donna graziosa ottiene la gloria, e gli uomini violenti ottengono ricchezze.
Dobbiamo allontanare dalla nostra vita la lamentela e l’autocommiserazione e iniziare invece ad essere violenti, quindi attivi nell’afferrare le promesse di Dio
Matteo 11.12 E dai giorni di Giovanni Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti lo rapiscono.
Numeri 33.53-55 Prenderete possesso del paese e in esso vi stabilirete, perché io vi ho dato il paese in proprietà. Dividerete il paese a sorte, secondo le vostre famiglie. Alle più grandi darete una porzione maggiore, e alle più piccole darete una porzione minore. Ognuno avrà quello che gli sarà toccato a sorte; le spartizioni verranno fatte in base alle tribù dei vostri padri. Ma se non scacciate davanti a voi gli abitanti del paese, quelli di loro da voi lasciati, saranno per voi come spine negli occhi e pungoli nei fianchi e vi molesteranno nel paese che abiterete.
Dio ci ha fatto delle promesse ma è necessario che noi facciamo la nostra parte per appropiarcene.
Atti 1.4 E, ritrovandosi assieme a loro, comandò loro che non si allontanassero da Gerusalemme, ma che aspettassero la promessa del Padre: «Che, egli disse, voi avete udito da me.
Gesù aveva comandato ai discepoli di non allontanarsi da Gerusalemme, questo rappresenta l’adorazione, l’intimità a questo proposito possiamo affermare che molti sono pronti a camminare nel potere di Dio ma pochi sono pronti ad aspettare quindi a dimorare nella presenza di Dio avendo relazione con Lui.
Atti 1.8 Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra».
Quando stiamo con Dio, Lui ci investe con la sua potenza per essere testimoni, il termine originale è martire cioè persone pronte a morire a se stessi per fare vivere Cristo.
Efesini 1.17-21 affinché il Dio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia lo Spirito di sapienza e di rivelazione, nella conoscenza di lui, e illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è la speranza della sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi, e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza, che egli ha messo in atto in Cristo, risuscitandolo dai morti e facendolo sedere alla sua destra nei luoghi celesti, al di sopra di ogni principato, potestà, potenza, signoria e di ogni nome che si nomina non solo in questa età, ma anche in quella
futura,
Luca 24. 49 Ed ecco, io mando su di voi la promessa del Padre mio; ma voi rimanete nella città di Gerusalemme, finché siate rivestiti di potenza dall’alto.
Ritorniamo ad avere una relazione intima e quotidiana con il nostro Padre celeste e ad avere una fede attiva e dinamica affinchè possiamo afferrare la potenza di Dio e portare frutto. Abbandoniamo la staticità ed inizieremo a camminare nel soprannaturale.