AMORE E GRAZIA
parte 2°
Past. Evangelista Heros Ingargiola
La potenza dell’amore di Dio si manifesta sotto l’impulso della dispensazione della grazia. La grazia di Dio fortifica e libera tutti coloro che si sentono deboli e umili, e che di conseguenza riconoscono il bisogno di Dio nella propria vita. È necessario comprendere la differenza tra legge e grazia: la legge è utile per fare conoscere il peccato al peccatore ma la grazia, attraverso la conoscenza di Gesù Cristo come Redentore, libera il peccatore permettendogli così il passaggio dalla dispensazione della legge a quella della grazia.
Deuteronomio 7.7-8 Il SIGNORE si è affezionato a voi e vi ha scelti, non perché foste più numerosi di tutti gli altri popoli, anzi siete meno numerosi di ogni altro popolo,ma perché il SIGNORE vi ama: il SIGNORE vi ha fatti uscire con mano potente e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, dalla mano del faraone, re d’Egitto, perché ha voluto mantenere il giuramento fatto ai vostri padri. 9Riconosci dunque che il SIGNORE, il tuo Dio, è Dio: il Dio fedele, che mantiene il suo patto e la sua bontà fino alla millesima generazione verso quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti.
Quando si ha una relazione con Dio a volte ci si inorgoglisce perchè si pensa che Dio scelga coloro che sono i migliori, in realtà Dio sceglie le persone non in base alla loro posizione sociale, culturale o alle loro abilità ma le sceglie in virtù dell’amore che prove per esse.
I Giovanni 4.18 Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la paura, perché chi ha paura teme un castigo. Quindi chi ha paura non è perfetto nell’amore.
Quando la rivelazione dell’amore di Dio cresce nella vita del credente allora ogni forma di paura, di condanna, di accusa lo lascierà. La paura non è un metodo usato da Dio per attirare le persone, ma il suo amore è l’unico mezzo per aiutare e guidare i suoi figli.
L’amore di Dio e la sua grazia donano al credente la forza di superare le difficoltà che si possono incontare lungo il proprio cammino.
Romani 4.13-18 Infatti la promessa di essere erede del mondo non fu fatta ad Abraamo o alla sua discendenza in base alla legge, ma in base alla giustizia che viene dalla fede. 14Perché, se diventano eredi quelli che si fondano sulla legge, la fede è resa vana e la promessa è annullata; 15poiché la legge produce ira; ma dove non c’è legge, non c’è neppure trasgressione. 16Perciò l’eredità è per fede, affinché sia per grazia; in modo che la promessa sia sicura per tutta la discendenza; non soltanto per quella che è sotto la legge, ma anche per quella che discende dalla fede d’Abraamo. Egli è padre di noi tutti 17(com’è scritto: «Io ti ho costituito padre di molte nazioni») davanti a colui nel quale credette, Dio, che fa rivivere i morti, e chiama all’esistenza le cose che non sono. 18Egli, sperando contro speranza, credette, per diventare padre di molte nazioni, secondo quello che gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».
Crescere nella rivelazione dell’amore e della grazia permette ai figli di Dio di conoscere l’eredità che Dio ha lasciato. La grazia di Dio è sufficiente ad ogni bisogno che si possa avere e in virtù del fatto che si è eredi si possono quindi ricevere tutte le promesse che Lui ha stabilito per la vita di ogni suo figlio.
Luca 18.18-34 Uno dei capi lo interrogò, dicendo: «Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?» 19Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. 20Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio; non uccidere; non rubare; non dir falsa testimonianza; onora tuo padre e tua madre». 21Ed egli rispose: «Tutte queste cose io le ho osservate fin dalla mia gioventù». 22Gesù, udito questo, gli disse: «Una cosa ti manca ancora: vendi tutto quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». 23Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco. 24Gesù, vedendolo così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! 25Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». 26Quelli che udirono dissero: «Chi dunque può essere salvato?» 27Egli rispose: «Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio».
28Pietro disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato le nostre cose e ti abbiamo seguito». 29Ed egli disse loro: «Vi dico in verità che non c’è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli per amor del regno di Dio, 30il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nell’età futura la vita eterna». Poi, prese con sé i dodici, e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e saranno compiute riguardo al Figlio dell’uomo tutte le cose scritte dai profeti; 32perché egli sarà consegnato ai pagani, e sarà schernito e oltraggiato e gli sputeranno addosso; 33e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno; ma il terzo giorno risusciterà». 34Ed essi non capirono nulla di tutto questo; quel discorso era per loro oscuro, e non capivano ciò che Gesù voleva dire.
In questo episodio analizziamo la figura del giovane ricco, il quale riceve da Gesù una chiamata al ministero ma il suo cuore era legato alle ricchezze. Questo giovane viveva in base alla dispensazione della legge e giustificò se stesso dicendo a Gesù che aveva sempre messo in pratica la legge, possiamo quindi affermare che il giovane ricco non ebbe la rivelazione che Gesù era il figlio di Dio, altrimenti non si sarebbe relazionato con Lui in questo modo. L’unico uomo infatti che è riuscito a mettere in pratica tutta la legge è stato Gesù.
Luca 19.1-10 Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città. 2Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via. 5Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua». 6Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia. 7Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!» 8Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo». 9Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d’Abraamo; 10perché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».
In questo episodio analizziamo un altro uomo ricco il cui nome è Zaccheo. Egli ebbe la rivelazione della grazia perchè riconobbe che Cristo era il figlio di Dio e che aveva bisogno di Lui, per questo la sua vita ebbe una trasformazione radicale. Ciò che distingue quindi la figura del giovane del ricco da quella di Zaccheo è semplicemente l’attitudine del loro cuore, perchè entrambi erano ricchi.
Isaia 9.1-3Il popolo che camminava nelle tenebre,vede una gran luce;su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte,la luce risplende.2Tu moltiplichi il popolo,tu gli largisci una gran gioia;esso si rallegra in tua presenza come uno si rallegraal tempo della mietitura,come uno esulta quando spartisce il bottino.3Infatti il giogo che gravava su di lui,il bastone che gli percoteva il dorso,la verga di chi l’opprimeva tu li spezzi, come nel giorno di Madian.
La grazia permette all’unzione di arrivare nella vita del credente.
Come vogliamo relazionarci con Gesù, come fece il giovane ricco o come fece Zaccheo? Ricordiamo che l’attitudine del cuore fa la differenza, infatti quando si è consapevoli che da soli non possiamo farcela allora lì subentra la grazia di Dio che suppisce ad ogni nostro bisogno o mancanza. Decidiamo di crescere nella rivelazione della sua grazia ed essa ci renderà anche consapevoli della meravigliosa eredità che ti appartiene essendo figli di Dio.